Essere felice non può che essere un obiettivo, un ruolo importante può averlo il conto corrente, ma non dipende dal numero di soldi depositati.
Ognuno di noi non può che desiderare di essere felice e fa il possibile per esserlo, puntando non solo sulla ricerca dell’amore che regala la serenità, ma anche su un lavoro che può essere soddisfacente. Non sempre è possiible ottenere entrambi, ma non è detto che sia necessariamente qualcosa di negativo, c’è chi infatti si sente bene anche se ha buoni riscontri in uno solo dei due ambiti.
C’è in realtà un altro aspetto a cui si dovrebbe prestare attenzione che consentirebbe già di per sé di essere felice, anche se in pochi potrebbero pensarci. È infatti necessario non trascurare il conto corrente, a volte avendone più di uno ci si sentirà più tranquilli e si avranno meno preoccupazioni.
Quanti conti correnti servono per essere felice?
Riuscire ad arrivare indenni alla fine del mese a causa delle tante spese che si devono sostenere non è così semplice per tuttti, a maggior ragione se a questi si devono sommare costi fissi come quelli previsti per mutuo o affitto. Al di là di tutto, resta naturale essere in possesso di un conto corrente, che dovrebbe cercare di avere condizioni agevolate per non mettere in difficoltà l’intestatario.
Non tutti potrebbero immaginarlo, ma per essere felice sarebbe importante averne più di uno, del resto non ci sono limiti decisi dalla legge, basterebbe puntare su quelli a costo zero, che sono proposti da diverse banche. Secondo gli esperti di finanza, l’ideale sarebbe averne almeno tre. A essere precisi, meglio due conti correnti più un conto deposito, assegnando a ognuno di essi uno specifico compito. Ognuno di questi avrebbe quindi una funzione specifica.
Il primo servirebbe per farvi confluire tutte le entrate, principali e non, quindi stipendio o pensioni, eventuali canoni di locazione per chi ha immobili in affitto o altri guadagni mensili. Questa dovrebbe essere anche la sede per le spese fisse, quindi bollette, mutuo o affitto, abbonamenti vari o rate dell’altro, così da avere poi un saldo “pulito” una volta detratto quanto previsto.
Il secondo conto dovrebbe essere invece a costo zero, da utilizzare per altre spese, ma variabili, quindi con un importo che non può essere conosciuto a priori. A questo potrebbe essere collegata una carta di credito, che può essere comoda anche quando si devono fare acquisti.
Veniamo infine al conto deposito, che potrebbe essere scelto puntando su una soluzione che possa permettere anche di ottenere dei ricavi, ma magari anche con la possibilità di disinvestire in tempi rapidi se dovessero emergere imprevisti. Questo e il secondo dovrebbero essere incrementati a inizio mese, così da avere sempre qualcosa a disposizione per le occorrenze.
Non sempre ci saranno quindi grosse cifre su ognuno di questi, visto che i propri soldi sono inevitabilmente divisi per tre, è bene tenerlo presente così da non preoccuparsi se non è necessario.