Arriva un momento nella vita in cui si pensa al passato e ai rimpianti, a ciò che non si è fatto pur avendolo desiderato fortemente.
Immaginate di essere ad un passo dalla fine, quali rimpianti avreste? Perché aspettare che non ci sia più tempo invece di realizzare un sogno o semplicemente di prendere una decisione con il cuore piuttosto che con la testa?
A volte abbiamo bisogno di uno scossone per poter accorgerci che la vita è qui, è ora. Aspettiamo che le giornate e le stagioni passino restando inermi a guardare, senza agire per realizzare i proprio sogni. La caregiver professionista Bronnie Ware ha pensato di svegliare i vivi raccogliendo le testimonianze di chi era prossimo alla fine. Ha raccolto in un libro i rimpianti delle persone che sapevano di non avere più il tempo per cancellarli, di agire invece che di restare apatici.
Cos’è che blocca l’uomo dal realizzare i suoi desideri? Forse la presunzione di avere tutto il tempo del mondo da sfruttare oppure la paura di non riuscire a raggiungere i traguardi. In tanti rinunciano senza provare perché non hanno fiducia in sé stessi o per il timore di provare dolore. Si continua a rimandare e rimandare fino a che, quando non ci sarà più il tempo di dire “poi” e ci si scontra con i rimpianti.
I rimpianti più comuni ad un passo dalla morte
Il messaggio che ha voluto lanciare la caregiver è stato “fatelo finché siete in tempo”. Non lasciate che il tempo con il suo infame mestiere tolga anche l’ultimo desiderio trasformandolo in rimpianto. Ha visto troppe donne e uomini che in procinto di morire hanno detto “Vorrei averlo fatto” (titolo del best seller).
Il libro vuole essere un’esperienza di vita, non di morte, uno scossone che tutti noi dovremmo ricevere di tanto in tanto per ricordarci che siamo vivi, per focalizzare l’attenzione sugli obiettivi importanti. Questo è l’unico modo per non avere rimpianti. Ma quali sono quelli più comuni?
- Il rimpianto di aver vissuto una vita secondo le regole degli altri e non in base ai propri principi. Assecondare le aspettative altrui invece che la propria essenza.
- Aver speso troppo tempo a lavorare senza godersi la giovinezza, la famiglia, gli amici. I soldi non sono tutto.
- Non aver espresso i propri sentimenti per quieto vivere accontentandosi di un’esistenza mediocre senza essere sé stessi.
- Aver perso i contatti con gli amici, presi dalla propria vita.
- Non aver permesso a sé stessi di essere più felici lasciandosi ingabbiare da schemi e abitudini.