Quante volte si sente dire che i figli prendono l’intelligenza della madre. Qual è il motivo di tale affermazione? Uno studio lo spiega.
In molti casi quando in una coppia i figli iniziano a crescere, evidenziando specifici tratti, parte in modo del tutto naturale la corsa per capire da quale dei due genitori abbia preso questa o quell’altra caratteristica. Il riferimento non è soltanto a ciò che è di fatto fisico, ma anche soprattutto in merito ad aspetti puramente caratteriali o comunque appartenenti a una sfera del tutto interiore, per esempio l’intelligenza. In genere si è portati a immaginare questo specifico tratto come derivante esclusivamente dalla madre e quasi mai dal padre.
Al di la di quelle che possono essere definite, in qualche modo, credenze popolari, suggestioni e quant’altro, negli ultimi anni un parere più che mai importante in merito è arrivato addirittura dal comparto scientifico. Una serie di ricerche hanno provato insomma a chiarire queste specifiche ipotesi. In alcuni casi le risposte arrivate in seguito alle varie riflessioni e agli studi del caso, hanno in qualche modo fornito una versione dei fatti molto vicina a quello che in pratica si immagina già da molto tempo, senza però alcun fondamento scientifico consolidato.
Figli intelligenti come la madre, mai come il papà: uno studio rivela tutta la verità
Numerosi sono stati gli studi che negli anni hanno provato a fare luce rispetto a questa specifica convinzione da parte di milioni di donne e uomini. In linea di massima la consistenza stessa della convinzione popolare, per cosi dire, è confermata dal fatto che l’intelligenza sia portata dal cromosoma X, elemento presente in coppia nelle donne, al contrario degli uomini che invece posseggono la coppia XY, con, per l’appunto, un solo cromosoma X. Il primo studio in merito risale al 1984, realizzato presso l’Università di Cambridge.
Un’altra ricerca, condotta dal Medical Research Council di Glasgow, ha sviluppato il proprio lavoro, nel 1994 intervistando ben 12.686 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 22 anni, prendendo in considerazione specifici fattori quali provenienza, formazione e stato socio economico. Alla fine si è evidenziato il fatto che l’elemento più incisivo, per cosi dire, sul QI dell’intervistato era lo stesso QI della madre. La madre, quindi tende a influenzare l’intelligenza del bambino, svolgendo un ruolo assolutamente fondamentale in ogni fase della sua crescita.
In ultimo, l’ University of Washington ha poi in qualche modo chiarito in che modo l’affetto e la vicinanza stimolino, aiutino il cervello a svilupparsi meglio. Il rapporto protettivo per eccellenza, sostiene, insomma, la crescita di alcune zone del cervello del bambino. Una ricerca durata sette anni, a stretto contatto con coppie di madri e figli. Alla fine si è notato che a 14 anni, i bambini maggiormente sostenuti emotivamente hanno sviluppato un ippocampo più grande del 10% rispetto a tutti gli altri. Un elemento che insomma manda via ogni dubbio a riguardo, considerando la domanda iniziale.