Mangiare pesce in gravidanza: uno dei più buoni è assolutamente vietato

Mangiare pesce in gravidanza è importante, ma bisogna scegliere con cura quello da consumare: uno dei più buoni è vietato.

Durante la gravidanza è importante curare la propria alimentazione, per fornire all’organismo e al feto i giusti nutrienti per affrontare al meglio i nove mesi di gestazione.

Mangiare pesce in gravidanza: fa bene?
Mangiare pesce in gravidanza: fa bene? – Nursenews.it

Uno degli alimenti che non può assolutamente mancare nella alimentazione di una futura mamma è il pesce, soprattutto quello azzurro perché rappresenta un’importante fonte di Omega 3. Il pesce è l’alimento ideale per chi e alla ricerca di un regime alimentare leggero ma ricco di proteine nobili, selenio, zinco, sali minerali e, per l’appunto, Omega 3.

Grazie all’effetto positivo di questi nutrienti è possibile favorire lo sviluppo cerebrale del bambino e prevenire le malattie neurologiche o problemi circolatori. È importante consumare Omega 3 anche dopo il parto, ovvero durante l’allattamento, perché questi acidi grassi permettono un adeguato sviluppo del sistema visivo e nervoso del neonato.

L’Omega 3 è contenuto soprattutto nel pesce azzurro dunque: acciughe, sgombri, tonno e salamonoidi. Tuttavia, bisogna fare attenzione ad un pesce in particolare che aumenta il rischio di toxoplasmosi e listeriosi.

Mangiare pesce in gravidanza: attenzione al salmone

Consumare salmone in gravidanza potrebbe avere delle controindicazioni dal punto di vista igienico. Durante la gestazione, infatti, contrarre alcune malattie alimentari potrebbe nuocere gravemente alla salute del bambino.

Mangiare pesce in gravidanza: quale evitare
Mangiare pesce in gravidanza: quale evitare – Nursenews.it

Consumare carne di salmone crudo, ad esempio, può veicolare la toxoplasmosi: una malattia alimentare di tipo parassitario che può attraversare la placenta e raggiungere il feto provocando deformazioni, parto prematuro, aborto e morte.

Tuttavia il pesce non è un animale che può ospitare questo parassita se non per contaminazione secondaria. Ad ogni modo, la cottura e la pastorizzazione eliminano in maniera efficiente il toxoplasma. Ma il rischio maggiore legato al consumo di salmone di gravidanza riguarda la listeriosi. Si tratta di una malattia infettiva che può coinvolgere anche la vagina e l’utero, fino al feto.

Gli effetti della listeriosi possono provocare l’aborto spontaneo, il parto prematuro e un’infezione letale del neonato. Questo batterio può essere contratto in seguito al consumo di pesce e carne crudi o poco cotti, pesci affumicato e così via.

Il batterio della listeriosi può essere presente nell’acqua dell’allevamento, fermo restando che la carne può essere contagiata anche durante la fase di macellazione. La listeria non muore né con il congelamento né con l’affumicatura. Per concludere, il salmone può essere consumato in gravidanza, purché vengono rispettate alcune raccomandazioni:

  • non consumare il pesce crudo;
  • consumare solo salmone proveniente da allevamenti certificati;
  • non conservare il pesce troppo in frigorifero;
  • evitare di consumare salmone affumicato o in scatola in caso di intolleranza all’istamina.
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