Gli italiani stanno saltando le vacanze ma non solo per il caro prezzi, c’è un problema irrisolvibile: scattano le polemiche
La situazione vacanze quest’anno è veramente ostica per gli italiani. Facendo un passo indietro, dal periodo Covid in cui era stato impossibile spostarsi per via di zone rosse e arancioni, negli anni seguenti c’è stato un boom di vacanze prenotate, ma gli italiani avevano ancora i soldi da parte da poter utilizzare.
Nel tempo questo fenomeno è andato via via scemando per via del fatto che il Covid ha indebolito l’economia: molte attività non sono riuscite a riprendersi dopo lo stop perché erano già in crisi e la zona rossa è stato il colpo di grazia. Nel frattempo l’inflazione è iniziata a salire e la BCE, Banca Centrale Europea, ha dovuto rispondere con un aumento dei tassi d’interesse.
L’innalzata dell’inflazione legata all’aumento dei prezzi di tutte le materie prime non ha fatto altro che mettere alle strette gli italiani. L’immobilità degli stipendi ha fatto sì che le persone iniziassero a non arrivare a fine mese, soprattutto coloro che hanno una famiglia, per non parlare di chi aveva un mutuo a tasso variabile e si è ritrovato con le rate praticamente raddoppiate. Tutti questi scompensi hanno fatto sì che molte famiglie in questo 2023 hanno dovuto rinunciare alla vacanza. Chi invece aveva già prenotato ha trovato ancora un altro scoglio da superare: il passaporto.
Il passaporto blocca i vacanzieri: oltre 100mila di voli persi
Il fenomeno è davvero incredibile perché non giustificato. Dal momento in cui l’iter burocratico della richiesta si è spostato online, il problema delle tempistiche si è espanso. Per prenotare online l’appuntamento per il rilascio del passaporto ci vogliono mesi. Tutto ciò porta ai primi rallentamenti, che poi si riversano sugli sportelli fisici.
I tempi per il rilascio dei passaporti continuano a essere di almeno 15 giorni e poi, in caso di ulteriori accertamenti, i giorni diventano 30, mettendo in conto ulteriori 10/15 giorni (a volte mesi) per richiedere l’appuntamento.
La situazione è ancora così critica che in molti casi viene suggerito di provare la procedura d’emergenza presentandosi con prenotazione che attesti l’immediata necessità del documento. Ma intanto sono già saltate almeno 167mila partenze in sei mesi. Una perdita per gli operatori pari a circa 300 milioni di euro.
Ad oggi, prenotando a luglio l’appuntamento, le prime disponibilità slittano fino a metà ottobre. Il ministro dell’interno Matteo Piantedosi tempo fa aveva giustificato il problema spiegando che si trattava di accumuli legati al periodo pandemico e alle nuove regole entrate in vigore per la Brexit e altri paesi come il Marocco, ma la vera causa di questi tempi biblici rimane ancora un mistero.