Cambia la Flat tax incrementale per le partita IVA con diritto di opzione: tutte le modifiche a cui fare attenzione pubblicate dall’AdE

Dopo anni di attese, vedrà la luce la Flat tax, seppur in forma un po’ diversa dall’idea originaria. Vediamo come funzionerà.

I lavoratori autonomi la attendono da anni e finalmente ora è realtà. Il Governo Meloni ha approvato la Flat tax incrementale. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Flat tax incrementale
Approvata la Flat tax incrementale/ Nursenews.it

 

L’idea è nata in casa Lega già qualche anno fa ma fino ad oggi nessun Governo aveva dato il via libera. Seppur con qualche modifica rispetto all’idea originaria, a breve vedrà finalmente la luce la Flat tax incrementale: una “tassa piatta” del 15% che si rivolge ai liberi professionisti, sebbene non proprio a tutti.

Potranno beneficiare della Flat tax incrementale sia i lavoratori autonomi che lavorano singolarmente, sia le imprese, comprese quelle familiari. Restano escluse le associazioni, le società di persone e i liberi professionisti che per il 2023 hanno aderito al regime forfettario.

Nessun problema, invece, se un lavoratore ha fruito del regime forfettario negli anni precedenti. La Flat tax permetterà di evitare l’Irpef e le addizionali regionali e comunali ma non potrà essere applicata su tutto il reddito prodotto nel 2023.

Ecco come funzionerà la Flat tax incrementale

Come anticipato la Flat tax incrementale approvata dall’attuale esecutivo sarà un po’ diversa da quella ideata qualche anno fa dall’ex senatore leghista Armando Siri. Ciò non toglie che consentirà ai lavoratori autonomi di risparmiare moltissimo.

Come funzionerà la Flat tax incrementale
Grande risparmio con la Flat tax incrementale – Nursenews.it

 

La Flat tax incrementale non potrà essere applicata sull’intero reddito prodotto nel 2023 ma solo sulla parte incrementale rispetto al reddito massimo dichiarato nel triennio precedente, cioè dal 2020 al 2023. Non solo: l’aliquota al 15% potrà essere applicata solo entro la soglia di 40.000 euro.

La Flat tax è molto semplice. Poniamo il caso di un libero professionista che abbia dichiarato i seguenti redditi:

  • 90.000 euro per il 2020;
  • 105.000 euro per il 2021;
  • 80.000 euro per il 2022;
  • 135.000 euro per il 2023.

Per calcolare l’imponibile bisogna, prima di tutto, calcolare la differenza tra il reddito del 2023 e il reddito più alto dichiarato tra il 2020 e il 2022 che, in questo caso, è 105.000 euro. Dunque bisogna fare la sottrazione: 135.000 -105.000. Il risultato è 30.000 euro a cui si dovrà applicare la franchigia del 5%. La cifra ottenuta è 24.750 ed è solo a tale cifra che si può applicare la Flat tax incrementale del 15%. Il contribuente, dunque, dovrà pagare di tasse 3.712,50 euro, se invece pagasse con lo scaglione Irpef corrispondente – che è del 43% – dovrebbe sborsare oltre 10mila euro. Il risparmio è notevole.

La Flat tax incrementale è stata approvata solo per quest’anno. Da gennaio 2024 dovrebbero vedere la luce le modifiche previste dalla riforma fiscale a cui il Governo Meloni sta lavorando e che riguarderà tutte le principali imposte del nostro sistema tributario: Irpef, Ires, IRAP e IVA. Il primo step sarà proprio l’abbassamento delle percentuali delle aliquote Irpef in modo da consentire a tutti i lavoratori di pagare meno imposte sul reddito.

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