L’olio più usato al mondo fa male alla mente. La scoperta dei ricercatori è inquietante, perché riguarda un prodotto che tutti abbiamo in casa.
Il protagonista della dieta mediterranea è l’olio extravergine d’oliva, presente sulle nostra tavole fin da quando siamo piccoli. Quello che però tutti i consumatori sanno è che ci sono molti altri tipi di oli che usiamo abitualmente in cucina. Uno dei più popolari, però, fa male alla nostra mente.
I meno esperti in cucina potrebbero pensare che il vero olio da cucina sia solo quello d’oliva, ma non è così. Ci sono moltissimi altri oli che vengono usati in molte ricette, soprattutto nella frittura. Alcuni di questi devono essere usati più cautamente, perché più grassi e calorici di altri, mentre altri vengono usati con più assiduità.
Quello che però non tutti sanno è che l’olio vegetale più usato al mondo fa male alla mente. A rivelarlo è stato uno studio pubblicato qualche tempo fa sulla rivista specializzata Endocrinology. La ricerca ha confrontato l’olio di soia, l’olio di soia modificato (affinché sia povero di acido linoleico) e l’olio di cocco.
L’olio vegetale più usato al mondo fa male: la ricerca
La ricerca dell’Università della California Riverside ha messo in evidenza la pericolosità dell’olio di soia. Stiamo parlando di un olio che si usa in genere per friggere cibi da fast food e viene aggiunto ai cibi confezionati. Inoltre è l’olio più prodotto e consumato negli Stati Uniti, non in Italia, visto che gli italiani prediligono sempre l’olio extravergine d’oliva.
Lo studio dice che l’olio di soia non solo porta all’obesità e al diabete, ma fa male alla mente. In pratica, è stato scoperto che potrebbe influenzare condizioni neurologiche come l’autismo, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, la depressione e l’ansia. Gli studiosi hanno precisato che questo accade solo con l’olio, ma non con gli altri prodotti a base di soia.
Lo stesso gruppo di ricerca in questi anni ha continuato a lavorare sugli effetti dell’olio di soia dopo che nel 2015 era stato scoperto che il prodotto induceva diabete, obesità insulino-resistenza e fegato grasso nelle cavie da laboratorio. Due anni dopo hanno evidenziato che se l’olio di soia è progettato per avere un basso contenuto di acido linoleico (l’olio di soia modificato), questo induce meno obesità e insulino-resistenza. E quindi c’è una chiara differenza tra i due tipi.
Le differenze nel cervello tra olio di soia e olio di soia modificato sono del tutto assenti. In particolare, gli studiosi hanno scoperto degli effetti evidenti dell’olio nell’ipotalamo, dove avvengono numerosi processi fondamentali. L’ipotalamo, infatti, regola il peso del corpo attraverso il metabolismo, mantenendo la temperatura del corpo.
Per il momento, il gruppo di ricerca non ha individuato quali sono le sostanze chimiche presenti nell’olio di soia che sono responsabili dei cambiamenti nell’ipotalamo. Le ricerche continueranno ad andare aventi. Quello che è certo è che i ricercatori consigliano ai consumatori di diminuire l’uso dell’olio di soia.