Mentre camminiamo, il nostro portamento può dir molto sul nostro stato di salute. Gli studiosi hanno scoperto una correlazione col Parkinson
Il Parkinson è una di quelle malattie subdole e terribili che ancora non conosciamo bene, e per le quali le cure sono solamente parziali. La Medicina sta cercando, oltre all’ideazione delle terapie, di migliorare le probabilità di guarigione con la diagnosi precoce.
La diagnosi precoce, come sappiamo, è uno strumento fondamentale per aumentare le probabilità di sopravvivenza, in particolar modo quando ci si trova di fronte a malattie gravi come i tumori.
La ricerca, in questo senso, ha fatto passi enormi e sta continuando a scoprire nuove “spie” di legate a inizi di patologie. Sta avvenendo anche per quanto riguarda il Parkinson, che come sappiamo è un morbo che colpisce le funzioni neurali ed è un processo degenerativo irreversibile.
Il morbo di Parkinson, come detto, è una malattia terribile e anche “subdola”; quando si avvertono i segnali è spesso già troppo tardi. Inoltre gli effetti dei danni cerebrali si manifestano in ogni persona in modo diverso, anche se ci sono dei punti in comune; ciò perché i neuroni maggiormente colpiti sono quelli che regolano le funzioni motorie.
I tremori alle mani sono i sintomi più conosciuti, ma ne esistono altri che caratterizzano il potenziale innesco della malattia: rigidità facciale, disturbi olfattivi o auditivi, stitichezza, afasia, ma anche una sudorazione eccessiva e persino cambiamenti negli stati emotivi. Se ne evince che è davvero difficile effettuare diagnosi precise, anche perché ognuno dei sintomi sopra descritti potrebbe essere scatenato da altre patologie o disturbi passeggeri.
Anche sulle cause del Parkinson non vi sono, al momento, certezze “granitiche”: il morbo può insorgere per diversi motivi e concause legate tra di loro: ad esempio, oltre alla predisposizione genetica, il morbo è innescato anche da fattori ambientali, come l’esposizione prolungata a sostanze tossiche o inquinamento; oppure da traumi al cervello; o ancora, a parte l’avanzare dell’età, anche da uno squilibrio della dopamina dovuto a vita sregolata, abuso di farmaci o di alcol.
Ecco perché gli scienziati stanno cercando di ampliare lo spettro di anticipazione della manifestazione della malattia, in modo da trattarla più efficacemente. Uno studio recente ci dice che possiamo notare un campanello d’allarme anche mentre camminiamo.
Alcuni studiosi, osservando un certo numero di malati di Parkinson, hanno notato che mentre questi camminavano mostravano un movimento del braccio diverso rispetto ai soggetti sani. Un qualcosa di non percettibile o misurabile in maniera precisa, ma che agli occhi esperti dà un’indicazione che qualcosa non va.
In pratica, l’oscillazione di un braccio diversa dall’altro significa che alcune funzioni sono già in fase di compromissione. Riuscire a individuare questo sintomo precocemente sarebbe molto utile, perché eviterebbe di scansionare subito il cervello con esami più invasivi. E la diagnosi potrebbe essere fatta anche dal medico di famiglia. La ricerca andrà avanti in modo da dare più opzioni per la diagnosi precoce, e intervenire prima per migliorare la qualità della vita dei pazienti affetti da Parkinson.
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