Ad oggi la crisi economica sta spingendo la maggior parte delle persone a fare la spesa in modo sempre più sporadico oppure a cercare il prodotto più economico. Al fine di risparmiare, la maggior parte degli italiani comprano i cosiddetti prodotti label free, ovvero senza etichetta. Non hanno la marca di quelli famosi, ma provengono dalla stessa azienda quindi hanno le stesse qualità. Secondo l’associazione di Altroconsumo, infatti, c’è un tipo di farina che viene considerato la migliore ma il suo prezzo è davvero irrisorio.
Parliamo della farina Coop di grano tenero o manitoba che ha avuto un punteggio altissimo, circa 83 su 100. Ma quello che sorprende è il suo costo, di circa 99 centesimi. Siccome la farina non è un alimento che si compra tutti i giorni, può succedere di utilizzarne una scaduta, ma si può fare? Quand’è che utilizzare quella scaduta è fortemente sconsigliato?
Farina scaduta: quando è possibile farlo e quando assolutamente no
Se la si conserva bene, la farina può durare tanto perché non è un prodotto fresco. Solitamente su prodotti come la farina, che non deperiscono subito, la data di scadenza è molto approssimativa. Troviamo, infatti, sempre la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”. La verità è che se utilizziamo la farina bianca tradizionale, questa può essere consumata anche molte settimane dopo la data di scadenza, a patto che sia conservata in un luogo asciutto, lontano dalla luce del sole
La farina bianca dura fino a 6 mesi dopo quello di scadenza, quelle meno raffinate invece deperiscono più velocemente. Se la farina non presenta muffe o insetti, le proprietà nutrizionali non si perdono. Il prodotto che si andrà a realizzare con quell’ingrediente però potrebbe avere un sapore non fedele all’originale e meno genuino.
Se invece la farina ha una consistenza insolita, potrebbe causare fastidi all’apparato digestivo, anche dolori allo stomaco o aerofagia. Sta quindi ai nostri sensi capire se quel prodotto può essere mangiato o meno, come appunto il tatto, l’olfatto o la vista.