I falsi ricordi sono un inganno della nostra mente: come mai si formano e perché accade così spesso? Ecco il motivo.
La mente umana è un mondo così complesso e intricato che è difficile riuscire a capirla appieno e dare una spiegazione logica a tutto quello che ci fa vivere a partire proprio dai falsi ricordi.
In inglese i falsi ricordi si chiamano false memory, ossia un particolare fenomeno che ci porta a ricordare degli avvenimenti che però non sono mai accaduti, oppure che non risultano davvero corrispondenti alla realtà.
Come si formano i falsi ricordi: la spiegazione
I falsi ricordi sono quindi una peculiarità della nostra memoria che ha diversi meccanismi e fattori che la influenzano nella conservazione e nel recupero dei ricordi. Di fatto, il cervello è soggetto a un continuo numero di condizionamenti che arrivano dall’esterno e che possono distorcere con facilità quello che ricordiamo, poiché si tratta di ricostruzioni e non di fatti che stanno accadendo al momento.
Basta davvero poco per modificare il nostro ricordo, anche solo una domanda posta in un determinato modo può farci mettere in dubbio quanto è accaduto in una determinata situazione. Spesso quello che capita è di confondere dei frammenti di eventi, magari accaduti anche ad anni di distanza, e al tempo stesso può anche capitare che quello che è stato solo un sogno venga associato a un fatto realmente accaduto.
Inoltre anche quando viene fornita un’informazione scorretta sull’evento, la mente tende a incorporare tale dato come un ricordo autentico. Oppure i ricordi possono essere modificati nel tempo attraverso interpretazioni e sovrapposizioni con esperienze simili. O ancora, immaginando con frequenza un evento possibile o desiderato, la nostra mente può iniziare a ricordarlo come una esperienza vissuta. Infine, soprattutto nei pazienti affetti da disturbi neurologici, il cervello può cercare di colmare i vuoti di memoria “inventando” dei ricordi.
Infine, secondo la teoria proposta da Poster nel 2008, chiamata “Paradoxical Negative Emotion Hypothesis”, le emozioni negative sono in grado di facilitare la memoria generale ma la rendono anche molto più fragile e soggetta a delle distorsioni: per questo, informazioni negative vengono ricordate con un maggiore impatto ma sono più influenzabili.
Un caso curioso legato ai falsi ricordi e l’effetto Mandela, un fenomeno in cui il cervello ricorre a spiegazioni plausibili convincendosi di una cosa non vera, partendo da un deficit della memoria.