Quando troviamo le placche nella gola dei bambini possiamo temere per la loro salute, ma conoscendo bene le dinamiche dell’infezione si può trattarle al meglio.
I bambini si ammalano spesso, ed è una cosa normale, così come lo sono le placche nella gola. Per risolvere le malattie che le causano, però, dobbiamo saperle riconoscere e soprattutto capire quando è il caso di correre dal pediatra.
A volte insieme al mal di gola subentrano altri sintomi, tra i quali la comparsa di piccole pustole bianco-giallastre sulla parte più posteriore della gola, che possono estendersi alle tonsille, all’ugola e fino al palato.
Sono il sintomo di più tipi di infiammazione, batterica o virale e possono anche far pensare alla mononucleosi o a micosi e Candida. Le placche sono facilmente individuabili, infatti basta che il bambino apra bene la bocca e con l’aiuto di una torcia le vedremo a occhio nudo, senza bisogno di lente d’ingrandimento.
A seconda dei sintomi che accompagnano la comparsa delle pustole, però possiamo trovarci di fronte a diverse malattie, e dunque possiamo imparare a capire quando è il caso di correre subito ai ripari.
Placche nella gola, serve l’antibiotico? La risposta è no, ecco a cosa prestare attenzione
Se il bambino ha le placche alla gola ed è abbastanza grande da saper comunicare il suo disagio, dirà senza dubbio che sente un forte dolore e difficoltà a inghiottire, sia cibo che liquidi. Le infiammazioni che causano le placche, come detto, possono derivare da virus o da batteri. Altri sintomi che accompagnano la comparsa delle pustolette possono essere:
- dolore in tutta la gola;
- mancanza di appetito;
- febbre (ma non sempre);
- sintomi influenzali;
- alitosi;
- voce rauca.
Se la tonsillite o altra infiammazione che ha colpito la gola del bambino e che dà le placche è di origine virale, solitamente le sue difese immunitarie si attiveranno da sole e la guarigione avviene in pochi giorni. In questo caso è assolutamente sbagliato somministrare antibiotici: ciò non solo non produrrebbe effetti benefici ma potrebbe indebolire ulteriormente le difese immunitarie e inoltre l’abuso di questi farmaci sta portando a un problema molto grave per la salute pubblica, che è l’antibiotico resistenza.
Se però il bambino presenta febbre superiore ai 38,5 gradi, per oltre 3 giorni, è molto probabile che ci troviamo di fronte ad una infezione batterica; in questo caso il pediatra prescriverà la cura con gli antibiotici e con eventuali antifebbrili/antidolorifici per alleviare dolore e febbre.
In caso di dubbio è sempre opportuno chiedere il parere del proprio pediatra, che saprà riconoscere la malattia e dare la terapia più idonea.