La domanda se c’è vita dopo la morte è ancora senza risposta ma gli scienziati scoprono sempre cose nuove, ecco le ultime novità.
Uno studio recente ha individuato alcuni segnali del nostro cervello in punto di morte, che potrebbero dare spiegazione a quel fenomeno ancora avvolto nel mistero: l’anima che comincia a uscire dal corpo e va verso “il tunnel di luce”.
Ciò che rimane inspiegabile della pre-morte, (la near death experience) tra le altre cose, è il fatto che chi è poi sopravvissuto racconta esperienze simili agli altri che sono “andati di là” e poi tornati.
Molti raccontano di aver provato una sensazione di benessere indescrivibile, di pace e serenità, e di aver visto una luce meravigliosa verso cui erano attratti inesorabilmente, mentre il dolore della perdita dei propri cari e del dolore del corpo svanivano in una bolla di dolce oblio.
Ebbene, secondo alcuni scienziati questo tipo di esperienza potrebbe avere una ragione: picchi di attività cerebrale che si innesca anche dopo che il cuore ha cessato di battere, e che spesso durano anche molti minuti. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
Prima di spiegare come si è svolta la ricerca ricordiamo che definire una persona “morta” è più difficile di quanto si possa pensare. Persino gli scienziati e i medici sono cauti quando si affronta questo argomento. Da anni, infatti, si sa che il cervello può continuare a “lavorare” anche molte ore dopo che il cuore si è fermato: fattore questo che farebbe pensare ad una morte sicura, definitiva. Ma una verità granitica, ancora, non ce l’ha nessuno.
Nell’ultimo studio, pubblicato anche su una nota rivista scientifica, alcuni ricercatori hanno esaminato (tramite elettroencefalogramma e altri strumenti) l’attività del cervello di 4 persone che stavano morendo per arresto cardiaco.
Proprio dopo la “morte cardiaca” gli studiosi hanno evidenziato una fortissima attività composta da onde gamma, onde cerebrali tra le più potenti in assoluto. Sono quelle, ad esempio, che si attivano nel cervello nelle fasi profonde di sonno e quando si sogna, ma anche quando la persona sta ricordando qualcosa o evoca nella sua mente delle immagini precise.
Questo andrebbe a spiegare – o tentare di farlo – come mai le persone in pre-morte vedono la propria vita scorrere veloce come il playback di un film e poi avvertono quel “sogno” di dirigersi altrove, verso la luce, verso la pace.
Lo studio, anche se non dà la risposta definitiva alla domanda se ci sia o meno la vita dopo la morte offre ulteriori spunti per approfondire.
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