Parlare della morte davanti a un caldo caffè fumante: è possibile? Sì, ecco dove accade, anche nel nostro Paese.
La morte, è cosa ben nota, rappresenta un argomento tabù nel ricco mondo occidentale dove impera una morale della vita lunga che impone soprattutto di pensare a come conservare la pellaccia e a godere del massimo di confort.
Di conseguenza la morte è rimossa, negata, perfino censurata. Decisamente non è argomento di conversazione. Non è decente, non fa bon ton parlare della morte. E non solo a tavola, un po’ dappertutto.
Ma per quanto negata, inquietante e sgradita la morte resta però una compagna della nostra vita, un pensiero che presto o tardi si ripresenta. Forse da questo desiderio profondo di non assecondare la tendenza contemporanea a esorcizzare la morte a tutti i costi nasce un’esperienza sorta all’estero, a Parigi e Londra, e da poco sbarcata anche in Italia.
Parlare della morte davanti a un caffè: ecco dove è possibile farlo
Si tratta di quelli che sono chiamati Death Cafè, i «caffè della morte». Ovvero locali dove si può sorseggiare un caffè e parlare, più o meno allegramente, della morte. Un tempo ci si preparava alla morte con l’esame di coscienza. I contemporanei forse preferiscono farlo elaborando il lutto in anticipo in questi Death Cafè, in maniera un po’ ironica.
Ma di cosa si tratta? A dispetto del nome, il Death cafè non è un locale vero e proprio come un bar o un bistrot. Si tratta di un evento pubblico, senza scopo di lucro, nato allo scopo di condividere il tema della morte tra i partecipanti, generalmente perfetti sconosciuti. Il tutto mentre i conversatori degustano assaggi di cibi e bevande varie. Qualcuno lo ha definito – a Londra naturalmente – una specie di tea party dalle movenze un po’ lugubri dove si parla di morte, tra un sorso di tè e una fetta di torta, sotto varie angolature, spaziando dalla letteratura al cinema, dalla psicologia alla vita personale. In genere questi eventi vengono organizzati all’interno di bar o ristoranti.
Death cafè: alle origini di un successo planetario
Il creatore dei Death cafè è un programmatore di nome Jon Underwood, che ha avuto l’idea di rompere il muro di silenzio edificato dalla società contemporanea attorno al tema – o, meglio, alla realtà – della morte. Condivide la stessa idea anche il sociologo francese Bernard Crettaz, ispiratore del primo Death Cafè parigino, sorto nell’ormai lontano 2010. Un anno dopo partivano i primi incontri a Londra, mentre in Usa i Death Cafè sono approdati nel 2012 (a Columbus). Nel 2014 è la volta dell’Asia, con Hong Kong.
In Italia i Death cafè sono sbarcati da poco. A Mantova un’associazione cittadina ha organizzato qualche primo esperimento. Lo scopo è fare incontri a cadenza mensile aperti a tutti. Sempre ricordando che non si tratta di gruppi di sostegno ma di spazi per poter parlare in maniera libera del tema della morte.