Molti si chiedono se i nuovi fenomeni dell’intelligenza artificiale – ChatGPT in testa – potranno espellere la presenza umana da ogni attività lavorativa.
Una ricerca ci dice che la “grande sostituzione” da parte delle macchine potrebbe non essere così travolgente. Non tutti i lavori possono essere automatizzati. Cerchiamo di capire cosa potrebbe aspettarci in un futuro nemmeno troppo lontano.
Ormai anche la sua sigla – AI – sta diventando familiare: l’intelligenza artificiale, lo strumento che promette di rivoluzionare la maniera con cui le aziende operano e comunicano con la propria clientela. Da qualche tempo le aziende hanno cominciato ad automatizzare gran parte delle funzioni svolte in precedenza da esseri umani in carne e ossa. Oltre alla leva del risparmio, all’origine di questa “grande sostituzione” c’è anche quella dell’efficienza, vista la rapidità e la precisione delle performance fornite dall’AI.
Potrebbe essere imminente infatti un profondo mutamento per quel che riguarda le competenze richieste nella maggior parte dei lavori. E più la tecnologia avanza, più i robot potrebbero essere destinati a sostituirsi agli esseri umani nell’assolvere le loro mansioni.
Stando a uno studio di Goldman Sachs, in circa due terzi degli attuali lavori fanno già registrare un certo grado di automazione. E almeno la metà dei lavori svolti ogni giorno dalle persone potrebbero “passare di mano” all’intelligenza artificiale.
Quali sarebbero i settori destinati a essere più colpiti dalla rivoluzione dell’intelligenza artificiale? In cima alla lista ci sono i lavori in campo legale e amministrativo, oltre a quelli bancari e finanziari.
Ma ecco alcuni lavori che in un futuro più o meno prossimo appaiono destinati a diventare appannaggio delle macchine munite di intelligenza artificiale:
Fortunatamente ci sono anche lavori che non possono essere facilmente rimpiazzati da un robot. Sono quelli che richiedono creatività, emozioni, empatia, coordinazione. Tutte qualità sconosciute alle macchine. Ecco qualche esempio di lavoro “non automatizzabile”:
Dunque a conti fatti, sulla base dei dati attualmente disponibili, soltanto il 5% circa dei lavori potrebbe essere completamente sostituito dall’intelligenza artificiale. Per i ricercatori va esclusa in partenza l’ipotesi di adottare l’intelligenza artificiale per compiti di grande delicatezza come quello di pronunciare una sentenza in tribunale o di vagliare la condizione di salute dei pazienti ospitati dagli ospedali.
Dovrà esserci poi sempre un essere umano al quale affidare un compito di cruciale importanza: quello di andare a valutare con estrema attenzione la correttezza dell’output fornito dall’intelligenza artificiale.
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