Il prossimo anno partirà il nuovo sussidio che prenderà il posto del reddito di cittadinanza. Ecco tutte le novità.
Sarà riservato alle famiglie in difficoltà con minorenni o disabili oppure over 60. Aiuto ridotto a chi è in grado di lavorare e tolto a chi rifiuta il posto. Per le casse dello Stato l’esborso sarà minore.
Come più volte ventilato e promesso durante la campagna elettorale per le ultime elezioni politiche, arriva infine la stretta definitiva sul reddito di cittadinanza. La misura – cavallo di battaglia del Movimento Cinque stelle – va definitivamente in archivio.
Si cambia dunque tenore nel campo della lotta alla povertà, col governo Meloni che ha pronta un’altra misura in sostituzione del reddito. Al suo posto l’esecutivo introduce un sussidio che in diversi casi si preannuncia – soprattutto per chi è nelle condizioni di lavorare – decisamente meno sostanzioso di quello attuale.
Il nuovo sussidio, previsto nel decreto Lavoro per chi naviga in cattive acque sul piano economico, si chiama Assegno di Inclusione. La misura entrerà in vigore a gennaio 2024 e il primo anno avrà un costo di oltre 5,4 miliardi per le casse statali (2 miliardi in meno del reddito di cittadinanza).
Il nuovo assegno potrà essere richiesto solo dalle famiglie con figli minorenni, con disabili o con anziani over 60 sotto lo stesso tetto. Ad avere diritto all’Assegno di Inclusione sarà chi ha un Isee non superiore a 9.360 euro e con un reddito del nucleo familiare che non supera i 6 mila. In caso contrario non si avrà diritto all’aiuto, che non potrà andare sotto i 480 euro l’anno e potrà toccare anche i 630 euro al mese se in famiglia sono presenti disabili gravi o over 67.
Inoltre ci sarà anche un contributo di 280 euro per l’affitto, ma soltanto in caso di regolare contratto. Fatti i calcoli, l’Assegno di Inclusione potrà arrivare a 780 euro mensili. Sostanzialmente in linea col vecchio reddito di cittadinanza, anche se mutano alcuni parametri. Ad esempio col nuovo beneficio la somma erogata risulterebbe più bassa di adesso in presenza di figli maggiorenni.
A perderci di più nel “cambio” di sussidio sono senz’altro i cosiddetti occupabili. Da settembre chi è solo, under 60 e senza grandi problemi di salute vedrà il sussidio calare da 500 a 350 euro mensili, con obbligo di formazione e per un periodo di tempo minore (un anno senza possibilità di rinnovo).
Si perderà inoltre l’assegno rifiutando un posto a tempo indeterminato in qualsiasi parte d’Italia o se è a tempo determinato e entro 80 chilometri di distanza da casa. Per le imprese che assumeranno chi percepisce l’Assegno di Inclusione ci saranno incentivi: sconti sui contributi previdenziali (del 100% con limite di 8 mila euro l’anno) e sgravi per chi assume giovani fino a 30 anni d’età (equivalente al 60% della retribuzione per un periodo di 12 mesi).
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