In rete c’è di tutto: anche un fiorente “mercato della morte”, come prova l’inquietante vicenda del kit spedito agli aspiranti suicidi in tutto il mondo.
Tra le vittime c’è anche una connazionale, ecco cosa è successo e come funzionava questo lugubre “commercio”.
La morte corre online e arriva a casa col corriere con quelli che si presentano come veri e propri “kit del suicidio” con tanto di “maschere facciali” e “nitrato di sodio”. A smerciare questi dispositivi mortiferi attraverso la rete pare essere stato un sedicente chef di Toronto. L’allarme è stato lanciato dall’Interpol del Canada che ha reso noto di aver già provveduto a bloccare diversi siti internet riconducibili al mercante di morte.
Kit del suicidio, anche un’italiana tra le vittime
Si contano già, purtroppo, le prime vittime del kit suicidario. Una vittima è stata segnalata anche in Italia. Si tratta di una donna di 63 anni della Valsugana, in provincia di Trento. L’anziana si sarebbe tolta la vita usando proprio il kit del suicidio. Inutili i tentativi di soccorso scattati non appena i due genitori della 63enne si sono accorti di quanto era successo e hanno allertato il 112 chiedendo l’intervento dei carabinieri.
Non è la prima vittima italiana di farmaci mortali spediti via web. Si ricorda infatti a maggio 2022 una 31enne di Vicenza che si tolse la vita con un farmaco comprato online al prezzo di 1.100 euro e consegnatole a casa da un corriere.
Adesso l’Interpol ha fatto partire un’autentica corsa contro il tempo nel tentativo di rintracciare gli altri 8 italiani che hanno comprato online il kit, tutti residenti in diverse zone dello Stivale. Si è mossa anche la polizia criminale allertando tutte le questure e le compagnie dei carabinieri.
Chi è il presunto venditore del kit del suicidio e quanti sono morti nel Regno Unito
Dalle prime indagini è già emerso un nome: è quello di Kenneth Law, sedicente chef canadese di 57 anni, sospettato di aver spedito la sostanza letale in diversi Paesi. Si parla di circa 1.200 pacchi spediti in due anni da Law in oltre 40 Paesi nel mondo, anche se non si sa esattamente quanti contenessero al loro interno il nitrato di sodio. Il sospettato avrebbe già ammesso di aver fatto pervenire il kit a «centinaia di inglesi» con tendenze al suicidio, spedendo loro la sostanza da un ufficio postale di Toronto.
Finora in UK almeno 4 morti sono collegabili con certezza alla sostanza velenosa spedita dal 57enne, al momento indagato dalle autorità. Sempre stando a quanto riferisce il Daily Mail lo spacciatore di morte avrebbe dato istruzioni sull’uso del veleno a un giornalista sotto copertura che gli si era presentato come un “cliente” aspirante suicida. Vantandosi con lui, oltretutto, del fatto che alcuni acquirenti gli avessero detto che stava compiendo «l’opera di Dio». Fra le 4 vittime inglesi del kit spedito dall’uomo che si sentiva un giustiziere celeste ci sarebbe anche un ragazzo di 22 di nome Tom Parfett, residente a Maidenhead nel Berkshire.