Assegno di mantenimento, ci sono diversi casi in cui un giudice può annullare questo contributo economico. Vediamo quali.
L’assegno di mantenimento è una misura economica stabilita dalla legge italiana, che un cittadino è tenuto a versare in caso di separazione dal proprio coniuge e al verificarsi di alcune situazioni. Non si tratta infatti di un contributo economico che spetta a prescindere a uno dei due coniugi nel momento in cui decidono di separarsi.
E infatti, non scatta ad esempio nel momento in cui un matrimonio viene annullato con il consenso di entrambi i componenti della coppia. Scatta invece quasi sempre, nel momento in cui i coniugi che si separano hanno dei figli a carico.
La legge italiana parte infatti sempre dal principio che entrambi i genitori devono mantenere in misura eguale, tenendo conto naturalmente della loro situazione economica, al mantenimento dei figli. Ci sono poi dei casi in cui l’assegno può anche essere revocato. Ad esempio se un tribunale stabilisce a un certo punto che uno dei due beneficiari, è stato in realtà artefice della separazione, l’assegno di mantenimento può anche essere sospeso.
Naturalmente, spetta sempre a un giudice stabilire nello specifico a chi va l’addebito della separazione, e l’entità della cifra economica da versare per il mantenimento dei figli. Questo può inoltre accadere anche nei casi il beneficiario possiede un reddito in nero, dunque mai dichiarato allo stato, che a un certo emerge a seguito di controlli fiscali.
Se uno dei coniugi riesce a dimostrare come l’altro stia in realtà nascondendo il suo vero stato reddituale, l’assegno può essere revocato. E questo può riguardare anche i figli della coppia, che vengono in tal senso tutelati fino alla maggiore età. Ma se questi, dopo aver compiuto 18 anni, non hanno intrapreso un nuovo percorso scolastico, allora possono perdere questo contributo economico.
Un altro motivo per cui l’assegno di mantenimento può essere annullato riguarda una nuova convivenza sentimentale che uno dei coniugi può instaurare dopo la separazione. In questo caso infatti, un giudice può revocare il contributo, stabilendo ad esempio che la convivenza abbia cambiato anche la situazione economica-reddituale del coniuge, sospendendo o riducendo a quel punto l’importo dell’assegno.
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