L’INPS ha confermato la possibilità di andare in pensione a 57 anni per alcune determinate categorie di lavoratori. Scopriamo quali.
Tra gli scivoli pensionistici attivi nel 2023 c’è la formula che consente il pensionamento a 57 anni.
Quando il momento del pensionamento si avvicina i lavoratori si trovano catapultati in un vortice di sensazioni differenti. Da una parte la voglia di potersi godere finalmente il meritato riposo e di dedicarsi alle passioni e agli hobby trascurati da tempo. Dall’altra il timore che l’assegno pensionistico non sia adeguato alle proprie aspettative. L’importo della pensione, infatti, è generalmente inferiore rispetto allo stipendio e questa differenza spaventa molte persone.
Il problema diventa ancora più rilevante scegliendo di andare in pensione prima dei 67 anni anni. A volte, però, la stanchezza e il desiderio di lasciare il lavoro sono talmente forti che si è disposti a rinunciare a cifre più elevate anticipando l’uscita dal mondo del lavoro. Oggi scopriremo quali categorie di lavoratori possono andare in pensione a 57 anni, con ben dieci anni di anticipo rispetto la pensione di vecchiaia.
A 57 anni si è ancora giovani per i canoni del 2023. La vita lavorativa, però, potrebbe essere iniziata così presto che si sente tutta la stanchezza dell’attività sulle proprie spalle. Arriva il momento, dunque, di dire basta e godersi la pensione. Chi ha accumulato 41 anni di contributi può lasciare il lavoro a 57 anni avendo cominciato a versare la contribuzione prima dei 19 anni.
Facendo un rapido calcolo, nel 2023 possono andare in pensione a 57 anni coloro che hanno iniziato a lavorare a 16 anni e possono vantare una carriera contributiva molto lunga e continua. Il pensionamento anticipato, però, prevede la soddisfazione di un’altra condizione oltre il requisito contributivo.
I precoci possono andare in pensione con 41 anni di contributi solamente rientrando in una delle categorie previste dall’APE Sociale. Parliamo dei
Queste stesse categorie – se non precoci – possono lasciare il lavoro con la suddetta misura a 63 anni di età e 30 anni di contribuzione maturata (36 anni per gli addetti alle mansioni gravose). Ricordiamo che l’APE sociale non è una vera e propria pensione ma un’indennità erogata fino alla maturazione dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 anni di contributi).
Un’altra opportunità di pensionamento a 57 anni è dedicata alle lavoratrici del settore privato. Condizione necessaria è avere una percentuale di invalidità certificata superiore all’80%. In più, lo scivolo richiede il versamento minimo di venti anni di contributi e l’attesa della finestra di decorrenza di un anno.
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