In caso di vincita al Superenalotto, al Lotto, al Gratta e Vinci o di una scommessa sportiva, si deve dividere l’importo con il coniuge? La risposta non è scontata.
Sempre più italiani tentano la fortuna con uno dei tanti giochi disponibili con la speranza di portare a casa un bel po’ di soldi. Ma in caso di vincita i soldi devono essere divisi con il proprio coniuge oppure no? Entriamo quindi nei dettagli e vediamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Spesa settimanale, istruzione dei figli, caffè al bar con amici, colleghi e parenti e chi più ne ha più ne metta. Sono davvero tante le spese da dover sostenere e che finiscono, inevitabilmente, per pesare sul nostro budget famigliare. Non stupisce pertanto il fatto che siano in molti a sperare di dare una svolta alla propria vita, grazie a cui riuscire a migliorare il proprio benessere economico.
Da qui la decisione di molti di tentare puntualmente la fortuna, attraverso uno dei tanti giochi disponibili, come Superenalotto, Gratta e Vinci e scommesse di vario. Ma nel caso in cui la dea bendata decida di bussare alla propria porta, si deve dividere l’importo vinto con il proprio coniuge? Ecco come funziona.
Nel caso in cui la coppia sia convolata a nozze in regime di separazione dei beni, allora la vincita non deve essere divisa con il coniuge. In tal caso, infatti, vale il principio secondo cui ogni componente della coppia resta proprietario di quello che acquista con il proprio denaro, comprese le eventuali vincite al gioco.
Il discorso cambia nel caso in cui la coppia sia convolata a nozze in regime di comunione dei beni. A tal proposito è bene sapere che l‘articolo 179 del Codice Civile fornisce l’elenco dei beni che “Non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali del coniuge“.
Tra questi non vi rientrano le eventuali vincite al gioco o alle scommesse. Ne consegue, pertanto, che in caso di vincita, l’importo entra nella comunione e deve essere diviso con la propria dolce metà. Questo anche nel caso in cui la giocata venga effettuata con i soldi personali di uno solo dei due coniugi. A confermare tale punto di vista anche la Cassazione.
Se tutto questo non bastasse, nel caso in cui si dovesse spendere tutto il denaro vinto per sé stessi, il coniuge in questione deve versare metà dei soldi spesi all’altro coniuge. Questo avviene per via della cosiddetta “ricostituzione della comunione”. Ovviamente se la vincita è avvenuta prima del matrimonio, quest’ultima viene considerata personale e non ricade nella comunione.
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