Il mito negativo della donna “mangiauomini” sembra tutt’altro che estinto sul luogo di lavoro. Lo mostra una ricerca anglo-americana.
Lo chiamano “effetto femme fatale”: è quella percezione negativa della bellezza femminile sul luogo di lavoro che fa ritenere meno meritevoli di fiducia le donne avvenenti.
Si tratta di uno degli stereotipi che ancora persistono, duri a morire, malgrado decenni di femminismo. Lo ha mostrato di recente una ricerca apparsa sulla rivista Sex Roles, intitolata “The Femme Fatale Effect: Attractiveness is a Liability for Businesswomen’s Perceived Truthfulness, Trust, and Deservingness of Termination”. A condurla sono state Stefanie Johnson, professoressa associata alla Leeds School of Business di CU Boulder e Leah Sheppard, docente al Carson College of Business della Washington State University.
Secondo lo studio le donne attraenti vengono considerate meno affidabili e sincere delle colleghe meno piacenti. Le due esperte spiegano che la bellezza di una donna d’affari è ancora percepita negativamente da colleghi e soprattutto colleghe. Addirittura le donne più belle sono considerate anche più meritevoli di licenziamento.
Pregiudizio negativo sulle donne belle, solo sessismo?
Frutto di stereotipi sessisti? La cosa, a detta delle studiose, sarebbe più complessa. Il pregiudizio negativo infatti non scatterebbe soltanto perché le donne affascinanti sono giudicate inadatte a ruoli tradizionalmente appannaggio dei maschi. Questa percezione negativa della bellezza femminile sarebbe collegata a sentimenti più ancestrali collegati all’insicurezza sessuale, alla gelosia e alla paura. E questo sia tra gli uomini che tra le donne.
Le due studiose hanno condotto sei test separati per la loro ricerca, usando immagini trovate su Google per mostrare delle donne in carriera e facendo giudicare il loro grado di bellezza ai partecipanti del Mechanical Turk di Amazon, una piattaforma di crowdsourcing online. I primi quattro studi chiedevano ai partecipanti di stimare la veridicità di donne e uomini che annunciavano licenziamenti in notizie di fantasia. E le donne attraenti sono sempre state ritenute meno sincere.
Lo studio finale chiedeva invece alle partecipanti di dire quale tra le donne proposte andasse licenziata. È emerso che le donne sessualmente più insicure hanno considerato le donne belle meno sincere e dunque più meritevoli di licenziamento.
La gelosia all’origine del pregiudizio negativo sulla bellezza femminile?
Un altro test ha messo alla prova la teoria secondo cui le donne belle sono considerate meno adatte a ruoli tradizionalmente considerati maschili (ad es. l’ingegnere meccanico). Ma l’effetto “femme fatale” è rimasto anche in ruoli considerati invece tipicamente femminili. È scomparso invece quando le partecipanti erano sessualmente più sicure di sé.
Per le ricercatrici il pregiudizio negativo per certi versi deriva da una forma di gelosia che si attiva particolarmente nel caso dell’insicurezza sessuale di una donna, che la spinge a diffidare delle donne attraenti, sospettando che possano aver sfruttato la loro bellezza per ammaliare le persone e conquistare posizioni non necessariamente meritate.