La storia che vi stiamo per raccontare è accaduta nel 2019, e il verdetto in tribunale che arriverà nei prossimi anni, potrebbe cambiare per sempre la storia e la giurisprudenza sulla privacy in occidente.
La storia che vi stiamo raccontando non è recente, in quanto parliamo di un fatto di cronaca accaduto nel 2019.
Il processo però è ancora in corso, e il verdetto che ne seguirà, sia nel vecchio continente che negli Stati Uniti, potrebbe cambiare per sempre la giurisprudenza occidentale sulla privacy, che ha forse bisogno di essere ripensata su alcuni aspetti.
Trova la foto della moglie su un pacco di tabacco, ecco cos’è successo nel 2019
Nel 2019, un 50enne di Misano, si reca alla tabaccheria per comprare le sigarette come sempre. Quel giorno però, dopo aver acquistato il pacco di sigarette, si accorge che qualcosa non va nella foto stampata sul pacco.
Su questo bisogna fare una breve parentesi: per chi non ne fosse a conoscenza, da alcuni anni la regolamentazione europea obbliga i grandi produttori di sigarette ad avvertire i consumatori sui pericoli del fumo, stampando nei pacchi di tabacchi immagini di malati terminali, di persone che a causa di questa droga hanno la loro salute irrimediabilmente compromessa.
Ed era una di queste foto che stava guardano il 50enne di Misano al momento dell’acquisto. ma quel giorno però, qualcosa non va nella foto che osserva: l’uomo infatti si accorge che la persona stampata sul pacco di sigarette, una donna con sguardo molto sofferente su un letto di ospedale, era sua moglie, morta tempo prima per un tumore.
L’uomo è distrutto, sostiene che la moglie sia stata uccisa “due volte”
L’uomo è sconvolto, e non riesce a credere come questo sia potuto accadere. Anche perché, come racconterà in seguito, la moglie era morta di tumore ma non a causa delle sigarette, in quanto ne fumava al massimo tre al giorno. Per l’uomo tutto questo è insopportabile, non può in alcun modo accettare che l’immagine di sua moglie venga utilizzata in questo,“uccidendola due volte” come ha spiegato in seguito ai giornalisti.
Per questo ha deciso di intentare una causa sia in Europa che in Italia affidandosi ad un avvocato. Una battaglia legale ancora lontana dalla sua risoluzione, ma che, come si accennava in precedenza, diventerà un precedente storico importantissimo sul tema.
La risposta della multinazionale
Anche perché, la multinazionale in questione continua a negare qualunque tipo di responsabilità, accusando l’Unione Europea di questo reato: “Le segnaliamo che le informazioni, così come le immagini che appaiono sui pacchetti di prodotti del tabacco, sono tassativamente indicate e incluse negli elenchi stabiliti dalla normativa europea e dalla legislazione nazionale. In buona sostanza, la società utilizza solo diciture e immagini stabilite dalle predette normative e inserite negli appositi archivi ufficiali, strutturati per consentire alle società produttrici l’apposizione delle avvertenze di legge sulle confezioni. Non c’è peraltro alcuna discrezionalità nella scelta delle immagini da parte degli operatori del settore che, perarltro, sono obbligati a usare le immagini (che normalmente sono 14 per anno)”