Mal di testa: un disturbo che può trasformarsi in un vero e proprio incubo per chi ne soffre di frequente. L’orario in cui insorge potrebbe dirci qualcosa di importante su questo dolore.
Secondo uno studio recente infatti, almeno per un tipo di mal di testa, c’è una corrispondenza tra l’insorgenza dei sintomi e una fase precisa della nostra giornata. Vediamo di capirci di più.
Soffrite spesso di mal di testa? È un disturbo piuttosto diffuso. Solo negli Usa ne soffrono circa 45 milioni di persone. Se il dolore alla testa vi perseguita, provate a fare attenzione al momento della giornata in cui il fastidioso disturbo si presenta. Il mal di testa infatti sembra avere una corrispondenza coi cosiddetti ritmi circadiani, vale a dire col nostro “orologio biologico interno”.
Possiamo distinguere in particolare i due tipi principali di mal di testa: la cefalea a grappolo e l’emicrania.
La prima forma di mal di testa è molto intensa, ma meno comune. Con la cefalea a grappolo il dolore risulta localizzato attorno alla tempia o all’orbita oculare. In questo caso gli attacchi si presentano a intervalli di tempo brevi e regolari e, dopo una fase asintomatica, possono andare avanti per un periodo che va da uno a tre mesi.
Più comune è invece l’emicrania, il secondo tipo di dolore alla testa. In genere l’emicrania insorge come dolore che comincia a partire dalla parte anteriore o dal lato della testa. Successivamente può diffondersi e provocare nausea, fotosensibilità e iperacusia.
Un’indagine apparsa sulla rivista medica Neurology ha preso in esame e incrociato i dati di tutti gli studi condotti finora per stabilire se vi siano dei collegamenti tra il particolare tipo di mal di testa e l’orario in cui si manifesta. La corrispondenza si è rivelata di particolare evidenza per quel che riguarda la cefalea a grappolo. In più di 7 pazienti su 10 (il 71% per la precisione) infatti la cefalea fa la sua apparizione in un lasso di tempo compreso tra la notte fonda e le prime ore della giornata. Inoltre in primavera e in autunno il disturbo si fa più intenso.
Un commento sui risultati della ricerca viene da Mark Joseph Burish, ricercatore dell’Università del Texas a Houston e primo autore dello studio, secondo il quale quanto scoperto «rinforza l’importanza dell’ipotalamo, l’area del cervello che ospita il nostro orologio biologico primario, nell’insorgere di emicrania e cefalea a grappolo». Gli esiti dello studio portano a chiedersi, prosegue Burish, «che ruolo abbia (in questo disturbo) la genetica che sta dietro ad eventi scatenanti come i cambiamenti del sonno, allo stesso tempo cause note di mal di testa e segnali di come funzionano i ritmi circadiani dell’organismo».
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