Un recente studio avvisa del rischio di insorgenza del Parkinson a causa di un prodotto per le pulizie ampiamente utilizzato.
Il Parkinson è una malattia degenerativa del cervello senza cura. Meglio eliminare ogni possibile causa dell’insorgenza della grave patologia.
Tra le malattia neurodegenerative più diffuse troviamo al primo posto l’Alzheimer e al secondo il morbo di Parkinson. Si tratta di patologie che rovinano la qualità della vita non solo delle persone che ne soffrono ma anche dei familiari. Milioni di persone al mondo sono colpite dal Parkinson rivelando una situazione drammatica soprattutto in relazione al fatto che, ad oggi, non esiste alcuna cura.
A causare il morbo una serie di combinazioni di diversi fattori di rischio. Ereditarietà, traumi, lesioni celebrali, infezioni e fattori ambientali sono le principali concause dell’insorgenza e dell’evoluzione della malattia. Un recente studio ha poi rivelato un’ulteriore inquietante verità. Sembrerebbe che un prodotto per le pulizie “avveleni” le persone mettendole maggiormente a rischio.
Parkinson, il prodotto per le pulizie da evitare
Sulla rivista Journal of Parkinson’s Disease è stato pubblicato lo studio firmato dal dottor Dorsey Ray. I risultati riportano come il tricloroetilene sia una sostanza dannosa per le persone perché le espone ad un maggior rischio di insorgenza del morbo.
Ebbene, il tricloroetilene si trova in tantissimi prodotti per la pulizia e la cura dell’igiene personale. È una sostanza liquida inodore utilizzata nelle lavanderie a secco ma anche nelle salviette detergenti. Si trova anche nei prodotti per smacchiare abiti e tappeti e in alcuni lubrificanti e sgrassatori per i metalli.
La diffusione è ampia, dunque, e tutti ne siamo coinvolti. In più, gli scarti dei prodotti per la pulizia contenenti tricloroetilene sono inquinanti per l’aria, l’acqua e il cibo che mangiamo.
Sintomatologia e cura del morbo
I sintomi del Parkinson sono
- rigidità muscolare,
- tremori,
- difficoltà nei movimenti,
- difficoltà nel linguaggio.
Essendo degenerativa le condizioni andranno sempre peggiorando e nessuna cura potrà bloccare il processo, Le terapie somministrate ai pazienti sono unicamente lenitive se non palliative. La maggior parte delle persone sono seguite da una eterogenea equipe di medici (psicologici, fisioterapisti, logopedisti, neurologi).
La speranza è che la ricerca riesca a fare dei passi in avanti trovando cure più adeguate che impediscano alla malattia di distruggere l’attività cerebrale della persona. Il primo traguardo dovrebbe essere quello di capire la causa esatta dell’insorgenza del morbo in modo tale da intervenire prima della manifestazione e ridurre al minimo i rischi di insorgenza.