Una nuova ricerca ha preso in esame le sostanze chimiche alla base del tipico odore delle auto nuove.
Ecco cos’hanno scoperto gli autori dello studio che proietta una luce poco rassicurante sulle sostanze che respiriamo nell’abitacolo.
Per gli appassionati di auto entrare in un’auto nuova di zecca è un’esperienza emozionante. Che si annuncia già a sentire l’odore che si sprigiona dagli interni della macchina nuova. Per qualcuno rappresenta un autentico piacere, a prescindere dai gusti personali per un marchio o un modello particolare.
Bisogna sapere che quel mix di odori, immediatamente riconoscibile all’olfatto, si origina dai composti volatili rilasciati dai materiali usati per assemblare l’auto. Proprio sull’impatto di questi composti sulla salute umana si è concentrata una nuova ricerca, apparsa sulla rivista Cell Reports Physical Science.
Auto nuove, quali sostanze chimiche vengono rilasciate
I risultati emersi hanno portato i ricercatori a concludere che questi composti impattano in maniera significativa sulla qualità dell’aria dentro l’abitacolo. E potrebbero rappresentare un rischio per la salute dei conducenti e dei passeggeri del veicolo.
Gli esperti infatti si sono accorti che le sostanze chimiche all’origine del caratteristico odore da “auto nuova” al loro interno possono comprendere acetaldeide, benzene, formaldeide, esanale e stirene. Molte di queste sostanze sono conosciute per essere cancerogene. All’interno dell’abitacolo vengono rilasciate durante un processo cosiddetto di degassificazione. Sotto la lente dei ricercatori sono finite in particolare l’acetaldeide, rilevata a livelli superiori del 61% agli standard di sicurezza, e la formaldeide (+35% oltre il livello di guardia). Ma anche il benzene, una sostanza cancerogena contenuta nella vernice, nella benzina e nelle sigarette, è presente in concentrazioni pericolose.
Auto nuove, qual è il rischio per la salute
Dai calcoli degli studiosi è emerso poi che il rischio cumulativo incrementale nel corso della vita (ILCR) per il cancro provocato da più composti organici volatili contenuti all’interno della macchina nuova impiegata nella ricerca (un suv di grandezza media, allestito con plastica, finta pelle, tessuto e feltro) è risultato piuttosto alto. Abbastanza da presentare un alto rischio per la salute dei conducenti.
Sempre i ricercatori hanno mostrato che i livelli dei composti “incriminati” variano a seconda che l’auto abbia i finestrini chiusi o sia parcheggiata o meno sotto il sole. È emerso che le temperature più alte aumentano il tasso di degassificazione dai materiali. Non una novità. La cosa interessante però, come fa notare il prof. Oliver Jones della RMIT University di Melbourne, è il fatto che «gli autori usano la temperatura superficiale dei materiali per prevedere la quantità di composti che potrebbe essere rilasciata nel tempo piuttosto che la maggiore metrica comunemente usata della temperatura dell’aria nell’abitacolo». In pratica, un modello più accurato per individuare con più precisione il livello di sostanze chimiche potenzialmente dannose.