La morte di Gina Lollobrigida è stato un duro colpo per tutta l’Italia e ora continuerà ancora di più il mistero riguardante la sua auto.
Ci sono dei personaggi che sono in grado di entrare nel mito e nell’immaginario collettivo grazie alle loro imprese davanti alla macchina da presa. Gina Lollobrigida è stata senza ombra di dubbio una delle più grandi attrici che la storia d’Italia ricordi.
La sua avventura nel mondo del grande schermo iniziò quando era giovanissima e da allora ha continuato a far parlare di sé. Un evento che ha segnato la sua esistenza è però legato senza dubbio alla sua automobile che ancora oggi sembra non avere una collocazione.
La favolosa attrice aveva acquistato alla fine degli anni ’60 una scintillante e meravigliosa Rolls Royce Silver Cloud. Stiamo parlando di una delle vetture più belle del mondo e tra quelle più straordinarie mai realizzate.
Si trattava della terza generazione di un modello che tra gli anni ’50 e ’60 rappresentava la vera essenza del lusso. La Lollobrigida l’aveva acquistato di colore oro, in modo tale da poter essere ancora più ammirata, e quella vettura è impressa nella mente di Mario Bardelli.
Era il proprietario di un’officina autorizzata della Jaguar in quel di Roma ed era colui che doveva gestire le sorti della vettura di Gina. La prima volta che vide la vettura fu in occasione di un grande incidente che la Lollobrigida subì nell’Autostrada del Sole, dove a bordo vi era anche Gianfranco Zeffirelli.
Bardelli ricorda come quell’incidente avvenne il 17 febbraio 1969 e accadde nei pressi di Orvieto. A causare lo sbandamento della vettura ci pensarono l’alta velocità e la pioggia, con Gina che perse il controllo.
Gina Lollobrigida e la passione per le auto sportive
Non tutti sono a conoscenza del fatto che Gina Lollobrigida fosse una grande amante delle auto da corsa. Lei infatti aveva voluto partecipare nel 1955 al “rally del cinema”, una gara organizzata tra le glorie, presenti e passate, di Cinecittà.
In quella circostanza dovette sfidare anche figure come Mike Bongiorno e Sandro Pallavicini, peccato solo che non ci venne mai detto chi vinse quel giorno. La Rolls Royce Silver Cloud dunque non doveva essere solo uno sfizio, ma voleva essere un degno regalo per la propria passione.
Stiamo parlando di una vettura che nella sua terza generazione alla fine degli anni ’60, montò un motore V6 da 4900 di cilindrata e che permetteva alla vettura di toccare i 165 km/h come picco massimo. Davvero niente male se calcoliamo come questa auto sia lunga oltre 5 metri.
Ottima anche per quanto riguarda l’accelerazione che passa da 0 a 100 km/h in soli 16,5 secondi. I numeri, confrontati con le automobili attuali, sembrano essere modesti, ma per l’epoca erano risultati straordinari.
L’incidente comunque fu tutta colpa di una partita di calcio. Al tempo Fiorentina e Cagliari erano le due squadre che si contendevano lo Scudetto 1968-69 e Zeffirelli non voleva perdersi lo scontro nello stadio toscano.
Purtroppo alla partita non ci arrivò mai per quell’incidente, ma l’1-1 permise ai viola di bloccare la furia dei sardi e involarsi così verso il loro secondo Scudetto. Per il Cagliari si dovrà attendere un anno per festeggiare il Tricolore.
Cosa ne è oggi di quella Rolls Royce Silver Cloud? Se ne sono perse le tracce, ma Bardelli ricorda ancora la targa “Roma 626062” e chissà che un giorno quella vettura non possa essere ritrovata e venduta a peso d’oro.