Quando si riceve la temuta busta verde, si sa già che si tratta di una multa. Ma come si risale alla sequenza numerica dell’avviso?
A chi non è capitato di essere avvisato dal proprio portiere dell’arrivo di una raccomandata dal contenuto poco piacevole? Ogni volta che accade, diciamocelo, si viene presi dallo sconforto e dalla rabbia. Quei pochi istanti che si impiegano nell’aprirla, fanno palpitare il cuore manco fosse una lettera del proprio amore. Il timore più diffuso è quello che la cifra da pagare sia particolarmente alta. La classica mazzata che, specialmente in un momento come questo, è meglio non ricevere. Inoltre, spesso, in casi del genere, si cade dalle nuvole perché non ci si ricorda o non si sa di aver commesso un’infrazione. Quindi l’effetto brutta sorpresa è doppio.
Sanzione alla mano, a quel punto le strade sono diverse: pagare, fare ricorso oppure indicare una eventuale altra persona che era alla guida in quel frangente. Ma la domanda a cui andremo a rispondere in questa analisi è come fare a verificare il codice di avviso.
Per individuare se si tratti di una sanzione non ci vogliono particolari strumenti. Il contenuto è già specificato nell’avviso di giacenza. Ossia il foglio che viene lasciato dal postino se non c’è nessuno al domicilio indicato che ritira la posta. In questo documento viene specificato che non è stato possibile eseguire la notifica, oltre al giorno e all’ora del passaggio, al luogo di provenienza della raccomandata e all’ufficio postale a cui rivolgersi. In particolare è presente di codice della raccomanda, che rivela la tipologia di comunicazione contenuta. Essenzialmente parliamo di una sequenza di dodici numeri che identificano la spedizione. Già dalle prime cifre è possibile capirne la natura. E dunque, avremo presto svelato se abbiamo infranto il Codice della Strada.
Per sapere se dentro alla busta verde troveremo la classica multa basta quindi prestare attenzione a alla stringa numerica contenuta. Ma che cosa indica di preciso? Questa fa riferimento al codice che viene applicato appena prima della spedizione, in modo da consentire il tracciamento del documento. E’ di conseguenza personale ed è replicata sull’avviso di giacenza eventualmente dal portalettere.
Per cui se si torna a casa e si trova un foglietto bianco che indica che bisogna recarsi alle poste per ritirare un documento, sarà sufficiente guardare la numerazione per comprendere di che morte si andrà a morire. Come già anticipato, non è necessario osservare tutti i numeri, bastano i primi per farsi un’idea.
Per individuare di che tipo di comunicazione si tratti la sequenza di codici è molteplice. Solitamente gli avvisi riguardanti multe, Agenzia delle entrate o atti giudiziari cominciano tutti con il 75,76,77,78, e 79. Genericamente le sanzioni per infrazione del codice stradale sono identificate dal 386. Per la pubblica amministrazione, invece, abbiamo il 608 e il 609. Per gli atti giudiziari, piuttosto che spediti da un avvocato o dal tribunale, le opzioni sono diverse, ovvero 781, 782, 783, 786, 787, 788, 789 che identificano un atto giudiziario, ovvero un atto spedito dal tribunale o da un avvocato.
Cosa succede se, avendo capito che dovremo andare a ritirare una sanzione, facciamo finta di niente? Accade che, secondo le disposizione di legge, oltre i trenta giorni di giacenza, la raccomandata con la multa viene restituita al mittente e la notifica definita conclusa. Ciò significa che l’iter amministrativo è in essere e non può essere fermato. In pratica non si può fare i furbi. Per cui, se entro la data di scadenza non è stato versato l’emolumento, si verrà raggiunti da una comunicazione ulteriore, con l’aggiunta degli interessi. Continuare a non pagare porta al fermo amministrativo e poi al pignoramento del veicolo.
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