L’obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza è in vigore dal 1989, eppure qualcuno fa ancora il furbo. Quali le possibili multe.
Nel nostro Paese è da fine anni ’80 che vige l’obbligo delle cinture di sicurezza. Inizialmente valeva soltanto per le automobili e per i sedili anteriori. Successivamente, invece la normativa venne estesa a tutti gli altri mezzi e ai loro passeggeri, comprese pure le microcar, molto frequenti nei nostri centri urbani.
Come per tutte le leggi, chi fa di testa sua e infrange la regola mentre è in marcia non solo è passabile di multa, ma perde altresì i punti della patente. Va specificato che esistono delle deroghe che valgono tra gli altri, per le forze dell’ordine, per i mezzi di soccorso, per le donne in gravidanza, per gli istruttori di guida e per le persone affette da patologie per cui essere legati potrebbe rappresentare una controindicazione.
Per quanto concerne i bambini, se hanno una statura inferiore a 1,50 m devono essere assicurati al sedile non con la cintura, bensì tramite un sistema di ritenuta ad hoc che sia adeguato al loro peso.
Ma vediamo cosa ci dicono le norme nello specifico. Stando a quanto stabilito dall’articolo 172 del CdS, sono tenuti ad allacciarsi le cinture i possessori di quadricicli leggeri con massa a vuoto inferiore o pari a 350 kg, velocità massima di 45 km/h e cilindrata massima di 50 cm³, o di potenza massima di 4 kW se si tratta di un EV. Coloro che sono al volante di veicoli ad uso privato fino a nove posti, e quelli che guidano mezzi destinati al trasporto pubblico di persone, piuttosto che adibiti al trasferimento delle merci.
Una certa predisposizione a violare il regolamento e gli innegabili pericoli legati alla mancata assicurazione, hanno condotto i costruttori di automobili ad alcuni accorgimenti. Ad esempio è stata inserita nella plancia delle vetture una spia rossa che riprende i tratti di una figura umana con le cinture correttamente allacciate, e si accende se chi si trova nella zona anteriore dell’auto le ha slacciate, o non inserite in maniera corretta. Le macchine di nuova generazione dispongono anche di un segnale acustico intermittente o insistente, che non si arresta finché non si effettua l’operazione.
In caso di fermo ad un posto di blocco, se trovati senza cinture si viene multati per una somma che va dagli 83 ai 332 euro, inoltre si perdono 5 punti della patente. Se l’infrazione coinvolge un minore, a pagare sarà il conducente, se presente in abitacolo al momento dell’evento. Diversamente l’emolumento spetta a chi doveva occuparsi dello stesso. Nel frangente di recidiva entro due anni dalla prima violazione, alla sanzione suddetta si aggiunge la sospensione della licenza da quindici giorni a due mesi.
Qualcuno per aggirare la normativa potrebbe alterare l’apparato stesso. Qui la somma da sborsare andrebbe dai 41 ai 167 euro, più i soliti cinque punti sulla patente. Sorte peggiore tocca a chi produce o mette in commercio cinture non omologate. Per questo si devono tirare fuori tra gli 866 e i 3464 euro, a cui si aggiunge la confisca dei dispositivi.
Non va poi dimenticato che se si viene coinvolti in un incidente con danni alle persone, non aver obbligato i passeggeri ad indossare le cinture, comporta l’accusa penale per lesioni stradali gravi o concorso in omicidio stradale. Ma non solo. Diverse compagnie assicurative non rispondono, o lo fanno solamente in parte, se chi era al volante e gli altri presenti erano sprovvisti di cinture al momento del sinistro. Questo avviene specialmente se si dimostra che il mancato rispetto dell’onere, ha contribuito a provocare un esito più sfavorevole di quello che sarebbe avvenuto normalmente.
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