Il Fisco monitora attentamente i bonifici sia in entrata che in uscita sul conto corrente. Nel momento in cui rileva una incongruenza fa scattare subito i controlli.
Come può l’arrivo di soldi sul conto corrente indispettire l’Agenzia delle Entrate? Spieghiamo quali sono i motivi alla base delle verifiche.
Negli ultimi anni i bonifici sono diventati i mezzi di pagamento più utilizzati dagli italiani. Sia per praticità che per poter approfittare di Bonus senza incorrere in problematiche. Fare un bonifico è molto semplice soprattutto avendo attivato l’home banking. Pochi click e si potrà predisporre il trasferimento della somma desiderata per pagare una bolletta, un modello F24, l’attività sportiva o per donare soldi ai figli.
La semplicità dell’operazione non deve far dimenticare, però, che il Fisco tiene costantemente sotto controllo i movimenti di denaro. Con riferimento al bonifico presta particolare attenzione alla causale per poter capire lo scopo della transazione ed escludere atti illegali. I contribuenti sono chiamati a compilare correttamente il trasferimento per non indispettire il Fisco e far scattare i controlli. Allo stesso tempo, però, anche i bonifici in entrata potrebbero essere causa di accertamenti.
Bonifici e controlli del Fisco, quando scattano
I controlli del Fisco scattano nel momento in cui i movimenti non sono congruenti con la situazione finanziaria della persona che riceve il bonifico. Da cosa dipende questa incongruenza e quali sono i dati esaminati dall’Agenzia delle Entrate?
Il Fisco vuole che il contribuente dimostri l’esistenza di un motivo alla base del trasferimento di denaro. Un nuovo contratto di lavoro? Potrebbe dover essere esibito a testimonianza del pagamento del primo stipendio. Una vincita al gioco? L’interessato potrebbe dove mostrare il biglietto vincente. E così via in caso di vendita di un immobile oppure di una donazione.
Ogni movimento deve essere giustificato sia nella causale che provato dalla documentazione attestante la causa del trasferimento di denaro.
Come evitare conseguenze spiacevoli
Il rischio di una transazione poco chiara è che il Fisco possa pensare ad un’evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, infatti, presume che ogni euro ricevuto tramite bonifico sia legato ad un reddito e dunque soggetto a imposta. Se non dichiarato, dunque, si rischia di incorrere nel reato di evasione fiscale. Per evitare questa possibilità il contribuente dovrà dimostrare la provenienza dei soldi da una fonte diversa dal reddito.
Nel momento in cui, dunque, il Fisco non riscontrerà una giustificazione oggettiva della transazione procederà con l’invio di un avviso di accertamento al contribuente. Chiederà il pagamento delle imposte sulle somme oggetto di bonifico a meno che l’interessato non possa fornire una documentazione dettagliata del movimento di denaro che giustifichi e accerti la provenienza dei soldi in entrata.
Ricordiamo che il Fisco oltre ad inviare la comunicazione relativa all’inizio dell’accertamento è sempre obbligato a comunicare al contribuente la chiusura della pratica, qualunque sia l’esito.