La pensione anticipata di vecchiaia spetta agli invalidi che desiderano lasciare il posto di lavoro prima del compimento dei 67 anni.
Alla pensione anticipata per invalidità si applica una finestra mobile di 12 mesi. Significa attendere un anno prima di ricevere il trattamento.
I cittadini con invalidità pari o superiore all’80% possono richiedere e ottenere la pensione anticipata di vecchiaia al compimento dei 55 anni e sette mesi di età se donne e 60 anni e sette mesi se uomini. Si tratta di una tutela per i lavoratori con disabilità che hanno accumulato almeno 20 anni di contributi. Condizione necessaria è cessare l’attività lavorativa per cominciare a ricevere l’erogazione del trattamento (passa un anno dal momento della richiesta).
Un lettore ci ha posto un quesito. “Sono titolare dell’assegno ordinario di invalidità da circa quattro anni. Avendo compiuto 61 anni e avendo una invalidità superiore all’80% sarei intenzionato a fare domanda di pensione anticipata di vecchiaia. Se la mia richiesta venisse accolta, avendo una finestra di dodici mesi continuerò a percepire in questo lasso di tempo l’assegno ordinario di invalidità?“. I requisiti sono soddisfatti, vediamo cosa accadrà nell’anno di attesa della prima erogazione.
Lo scivolo pensionistico obbliga i cittadini con disabilità a ritardare l’accesso alla pensione di dodici mesi se dipendenti e di diciotto mesi se autonomi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione (sentenza numero 29191 del 2018) includendo nel meccanismo anche gli invalidi.
La sentenza è arrivata in conclusione all’istanza di una donna che chiedeva la decorrenza del trattamento dal mese successivo a quello di inoltro della domanda mentre l’INPS affermava che la data di pensionamento dovesse slittare esattamente di un anno. La lavoratrice in questione soddisfaceva i requisiti anagrafici e contributivi e aveva un’invalidità superiore all’80%.
Inizialmente altre sentenze avevano dato ragione alla donna stabilendo come la finestra dei dodici mesi risultasse applicabile unicamente per la pensione di vecchiaia. L’INPS ha impugnato tale decisioni ricorrendo alla Cassazione.
La Cassazione ha dato ragione all’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. La finestra mobile di un anno si applica a tutti i lavoratori che maturano il diritto all’accesso al pensionamento di vecchiaia, anche agli invalidi che per specifici ordinamenti vi accedono in anticipo.
Tale ragione è sostenibile anche se la Legge non lo esplicita espressamente (il dubbio degli altri Tribunali). Basta la dicitura “alle età previste dagli specifici ordinamenti negli altri casi” per definire l’obbligo di attesa di dodici mesi per andare effettivamente in pensione.
Arriviamo all’argomento di interesse del nostro lettore dopo aver chiarito la direttiva generale. Il pensionamento scatta dopo dodici mesi dalla domanda, cosa accade durante l’attesa? La Corte di Cassazione ha stabilito che fino all’apertura della finestra mobile, l’assicurato conserva la possibilità
Il lettore, dunque, continuerà a ricevere l’assegno ordinario di invalidità – così come la pensione di inabilità – fino all’apertura della finestra mobile.
Iniziamo puntualizzando che il passaggio dall’assegno ordinario alla pensione anticipata di vecchiaia è possibile unicamente per i dipendenti del settore privato. Sono esclusi, dunque, sia gli autonomi che i dipendenti di una Pubblica Amministrazione.
Se non si richiedere l’uscita anticipata a 55 anni e sette mesi o 60 anni e sette mesi, la trasformazione sarà automatica al compimento dei 67 anni.
I titolari di assegno ordinario che vogliono lasciare anticipatamente il lavoro devono richiedere il passaggio al trattamento di vecchiaia inviando domanda di pensione e i documenti attestanti il riconoscimento dello stato invalidante da parte dell’INPS. All’istanza occorrerà allegare il modello SS3 ossia il certificato medico rilasciato dal medico curante dopo accurata compilazione
La domanda di pensionamento può essere presentata online accedendo al portale dell’INPS tramite credenziali digitali (SPID, Carta di Identità Elettronica e Carta Nazionale dei Servizi) ed entrando nella sezione dedicata.
In alternativa il lavoratore interessato può chiamare il Contact Center al numero 803 164 (per chiamate gratuite da fisso) o il numero 06 164 164 (per chiamate da mobile). L’ultima strada è lasciarsi aiutare dai patronati.
L’assegno ordinario di invalidità è riconosciuto per un periodo di tre anni e poi confermabile per altri due trienni previa domanda. Prima che il triennio scada, il titolare dovrà inoltrare richiesta di rinnovo e sottoporsi ad una visita medica INPS volta a verificare che i requisiti siano ancora soddisfatti.
Trascorsi i tre riconoscimenti consecutivi – includendo quello iniziale – la misura diventa permanente. Occorre sapere che l’ente della previdenza sociale potrà richiedere una revisione in qualsiasi momento anche dopo che l’assegno è diventato permanente. Il beneficio, dunque, si potrebbe perdere in caso di variazioni delle condizioni sanitarie.
Questo pericolo non si correrà più una volta trasformato l’assegno ordinario di invalidità in pensione di vecchiaia. Ma i vantaggi non finiscono qui.
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