Pensione infermieri a partire da 57 anni: attenzione a non sbagliare, si rischia l’assegno INPS

 Per accedere alla pensione infermieri e assistenti sanitari oltre all’età e ai contributi devono possedere un altro requisito. Ecco quale.

L’infermiere è un professionista sanitario che assiste e si prende cura dell’assistito. L’assistenza è di tipo generale e opera in collaborazione con gli altri professionisti, quali medico, fisioterapista, logopedista, psicologo.

pensione infermieri
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Spesso è affiancato dall’operatore socio sanitario (OSS), figura di supporto assistenziale che si occupa dei bisogni primari dell’assistito. Per poter esercitare la professione dopo la laurea in infermieristica deve iscriversi all’albo professionale. Vediamo a che età può andare in pensione e con quanti anni di contributi.

Pensione infermieri: questi i modi per lasciare il lavoro

Per andare in pensione gli infermieri devono raggiungere l’età anagrafica e gli anni di contribuzione. Oltre a questi due requisiti, un terzo è altrettanto importante: si tratta dell’inquadramento professionale. Infatti, sono tre le categorie a cui appartengono gli infermieri:

  • dipendente pubblico;
  • collaboratore in via continuativa o non abituale;
  • libero professionista.

A seconda dell’inquadramento professionale e quindi al contratto di lavoro, le condizioni per richiedere la pensione cambiano, così come cambia l’ente previdenziale di riferimento. In effetti, per il dipendente pubblico è l’INPS, per gli infermieri collaboratori e i liberi professionisti è la Cassa professionale ENPAPI (Ente nazionale di previdenza e assistenza della professione infermieristica).

In sintesi, gli infermieri che lavorano presso aziende sanitarie od ospedaliere statali, quindi per il Servizio sanitario nazionale (SSN), versano i contributi presso la Cassa pensioni dipendenti enti locali (CPDEL) gestita dall’INPS. Dalla retribuzione si applica una aliquota del 32,36% (23,80% a carico del datore di lavoro e l 8,85% a carico del lavoratore) che formano i contributi. Due sono le possibilità di andare in pensione. La prima è quella di vecchiaia con un’età anagrafica di 67 anni e almeno 20 anni di contributi; la seconda è quella anticipata, che richiede almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Vi sono anche le pensioni flessibili anticipate come l’Ape Sociale e le varie Quote. Potrebbe interessarti anche il seguente articolo: “PENSIONI ANTICIPATE: PERCHÉ QUEST’ANNO SARÀ PIÙ DIFFICILE USCIRE PRIMA DAL LAVORO.

Infermiere collaboratore

Invece, l’infermiere collaboratore per svolgere la professione si deve iscrivere alla gestione separata dell’ENPAPI. In questo caso i contributi li versa il collaboratore all’Ente scegliendo uno dei due modi:

  • applicazione dell’aliquota contributiva del 33% sui compensi dovuti;
  • aliquota del 24% se svolge altra attività lavorativa ed è iscritto a un altro ente previdenziale o è già pensionato.

Alla pensione di vecchiaia si accede con almeno 65 anni di età e 5 anni di contributi. Sono previste anche l’assegno di invalidità, la pensione di inabilità e la reversibilità.

Libero professionista

Anche gli infermieri liberi professionisti (o gli assistenti sanitari) devono iscriversi all’ENPAPI per esercitare la professione. L’aliquota contributiva annua è del 16% del reddito netto come risulterà dalla dichiarazione dei redditi. L’aliquota potrà essere anche del 23% su base volontaria. Però è previsto un contributo minimo di 1.600 euro annuo e un contributo integrativo del 4% da prelevare dai compensi ricevuti lordi.

La pensione si consegue raggiunti i seguenti requisiti:

  • 65 anni di età e almeno 5 anni di contributi;
  • 57 anni di età e almeno 40 anni di contributi.

Oltre alla pensione di vecchiaia, spettano anche le prestazioni di invalidità, inabilità e reversibilità.

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