La gelosia in amicizia è un sentimento da non sottovalutare: se non si impara a controllarla, può essere devastante.
Ma quali sono le cause che portano a essere gelosi di una persona amica? Vediamo come si può fare per salvare un rapporto che altrimenti rischia di spezzarsi.
«Guardatevi dalla gelosia, signore. È un mostro dagli occhi verdi, che prima si diverte a giocare col cibo di cui si nutre». È così che il perfido Iago, esempio da manuale di manipolatore sottile, comincia a giocare al gatto col topo col povero Otello.
La gelosia, il «mostro dagli occhi verdi» è un sentimento che siamo soliti associare all’amore romantico. Eppure ogni tanto sconfina pure nell’amicizia. E anche lì intossica le relazioni, incrina i rapporti. Insomma, fa disastri dappertutto. Esattamente come li fa la gelosia smodata in amore, che trasforma l’amato o l’amata in un oggetto di nostra proprietà.
E non solo: la gelosia fa male proprio a tutti. Sia alla Desdemona di turno, la vittima che subisce l’ira del geloso, sia all’Otello della situazione che vive in prima persona gli effetti della gelosia e finisce pure lui per fare una brutta fine (col suicidio).
Una certa dose di gelosia è naturale. Siamo gelosi perché la persona amata per noi non è un “pezzo” come tanti altri: è un soggetto unico al mondo, il re o la regina del nostro cuore. Ma quando la gelosia si “accumula” in quantità eccessiva diventa un veleno che guasta ogni rapporto.
Quando si insinua nell’amicizia, il veleno della gelosia comincia a produrre i suoi effetti malefici. Parte magari sotto forma di un vento leggero: un lento logorio che si alimenta di parole, gesti e comportamenti. Un vento che però lungo la strada si trasforma in un ciclone. Che finisce così per travolgere e minare l’amicizia. Trasformandola alla fine in qualcosa di cui alla fine facciamo volentieri a meno.
Ma perché succede? Come accade che anche in amicizia si infili la brutta bestia della gelosia? E quando ha preso piede, come facciamo a gestirla per far sì che il mostro dagli occhi verdi non diventi un Hulk che distrugge tutto?
Gli psicologi, analizzando la gelosia dal punto di vista psicologico appunto, sostengono che si tratta di un meccanismo più diffuso di quel che sembra. Può sorgere per le più svariate ragioni, prendendo direzioni differenti a seconda della persona che vive immersa nel sentimento di gelosia.
La gelosia è un sentimento che – soprattutto nel periodo dell’adolescenza, della prima giovinezza o anche durante l’infanzia – nasce quando vediamo un nostro affetto concedere fiducia e attenzione a un’altra persona. Il meccanismo psicologico che “scatta” è quello, piuttosto ingenuo, di credere che si tratti di una nostra “proprietà”. Guai dunque se esce dal nostro campo.
Normalmente maturando e crescendo questa sorta di bisogno primario di possesso va progressivamente scemando. Ma non sempre è così. Può succedere dunque che la gelosia si ripresenti in forze anche in età in cui questa brama di possedere l’altro non dovrebbe proprio più esistere. O perlomeno quando dovremmo aver imparato a gestirla. E invece niente: Otello è più vivo che mai.
Anche in amicizia infatti la gelosia nasce da questo bisogno ossessivo di possesso. Si “attiva” quando abbiamo paura di perdere qualcuno di prezioso per noi per colpa di un “terzo incomodo” che interviene e si intromette. Andando a guastare, secondo la persona gelosa, il rapporto unico che si era creato nel tempo.
Così ad esempio, per stare sul pratico, possiamo provare gelosia vedendo che l’amico o l’amica passa del tempo e si confida con qualcun altro diverso da noi. Ma anche quando vediamo la persona amica in compagnia del suo partner. Ma siamo decisamente gelosi pure quando rivolgiamo continue richieste all’amico/a, questionando magari sulla velocità con cui risponde ai nostri messaggi, ricambia i nostri favori, ecc. Per non parlare di quando gli si chiede cosa faccia quando non siamo insieme. Nei casi peggiori si manifesta apertamente possessività alla persona, a volte perfino minacciandola nel caso in cui, orrore!, decidesse addirittura di voler uscire con altre persone o amici.
Sono tutti segnali d’allarme: spie della profonda insicurezza della persona gelosa che vive questo sentimento all’interno di un rapporto di amicizia. Insicurezza che fa rima con bassa autostima e paura dell’abbandono. E non è tutto: la gelosia può diventare morbosa al punto da sfociare in problemi di ordine psicologico.
Come fare dunque per imparare a controllare la gelosia in amicizia e non comprometterla irrimediabilmente?
Gestire l’amicizia in amicizia è possibile. È perfino necessario, se si vuole evitare che si trasformi in un mostro incontrollato. Come prima cosa è utile farsi qualche domanda. Ovviamente da parte della persona gelosa, prima di tutto, ma anche da parte di chi la gelosa la subisce.
Sintetizzando per punti si potrebbe dire che è indispensabile:
Andare alle fonti della gelosia, risalire alla sua causa scatenante. È un lavoro indispensabile per comprendere cosa scateni in noi la gelosia. In modo da lavorare sulle nostre insicurezze e individuare i punti fermi della nostra amicizia. Con onestà e chiarezza di intenti, senza omissioni e senza far finta che punti saldi non ce ne siano proprio solo perché la persona amica ha anche, come è naturale che sia, altri rapporti sociali.
L’onestà con noi stessi e coi nostri sentimenti serve a metterci nelle condizioni di esprimere apertamente le nostre emozioni. Parlandone magare con l’amico/a, discutendone e provano a capire insieme come muoversi. Un passo che può intimorire, a prescindere dalla reazione altrui. Dalla parte di chi subisce la gelosia, invece, può essere fondamentale farsi trovare pronti all’ascolto dell’amico/a. Per cercare di comprendere le sue ragioni e fornire rassicurazioni su quanto ci lega a quella persona e sui nostri sentimenti verso di lei.
Se necessario bisogna mettere dei limiti. Quando la gelosia dilaga può essere opportuno frenare, mettere dei paletti al rapporto di amicizia. Magari riducendo il tempo in cui ci si frequenta per dare modo alla gelosia di “sgonfiarsi”. Soprattutto è la persona gelosa a dover lavorare su se stessa, all’occorrenza anche facendosi aiutare.
Soprattutto è importante capire che la gelosia non equivale affatto a manifestare un attaccamento e un affetto genuini per l’altra persona. Non è affatto così: la gelosia smodata esprime soltanto il nostro desiderio di possedere l’altro. È la maschera indossata dalle nostre paure e dalle nostre insicurezze. Ma se superate, tutte queste fragilità potranno far maturare la nostra capacità di voler bene e farci voler bene. In questo modo non solo salveremo il rapporto d’amicizia, ma lo renderemo ancora più saldo, maturo e duraturo.
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