La SLA è una delle malattie più subdole che possa colpire una persona. Purtroppo molti calciatori la conoscono bene e il motivo è assurdo.
Tutti quanti abbiamo ancora negli occhi e nella mente le immagini del povero Stefano Borgonovo, grande attaccante della fine degli anni ’80/primi ’90 che è diventato il simbolo della lotta contro la SLA.
Troppe persone purtroppo si vergognano di farsi vedere in pubblico in certe condizioni, ma Stefano aveva capito che l’unico modo per poter sensibilizzare sulla tematica e aiutare la ricerca era quella di mostrare al mondo intero le tragiche conseguenze della malattia.
Come tutti gli acciacchi, anche i più gravi, non vi è una distinzione di età, sesso o nazionalità, ma ci sono alcune categorie che sono maggiormente soggette. La scienza ha provato a spiegare come mai sono molti i calciatori ad aver subito la Sclerosi Laterale Amiotrofica, la SLA.
Pur non essendo ancora del tutto accertata la motivazione sembrerebbe esserci correlazione nei colpi di testa. Il dubbio era venuto in mente al neurologo della King’s Collage di Londra, Ammar Al-Chalabi, dove ha dimostrato che l’unico collegamento che c’era tra le persone afflitte da SLA era l’aver subito una scossa elettrica o giocare a calcio almeno tre volte alla settimana.
I colpi di testa comportano continuamente degli stimoli nervosi e dei traumi, seppur di entità minore, al sistema neuronale dei calciatori. Non tutti sono convinti con questa teoria possa essere corretta, ma è il primo passo per provare a risolvere questa malattia diabolica.
Sla, sintomi e cause
Cerchiamo di spiegare di che cosa si tratta questa Sclerosi Laterale Amiotrofica, la SLA. Il danno che viene causato è legato al primo e al secondo motoneurone, con questi che inizialmente si danneggiano per poi morire.
Si tratta di una morte lunga che varia da persona a persona e può durare per alcuni mesi o anche per anni. La perdita dei primi due motoneuroni comporta via via una pesante perdita delle funzioni muscolari, ma il danno principale è che tutto il resto del corpo rimane funzionante.
Il dramma delle persone di SLA è proprio questo. Hanno ancora pienamente funzionanti le proprie funzioni cognitive, sensoriali e perfino quelle sessuali e sfinteriali, ma non riescono a muovere i loro muscoli.
Le cause del perché una persona venga colpita da SLA sono ancora avvolte nel mistero. Come sempre vi è la componente genetica che è di primaria rilevanza, ma i continui stimoli anche lievi a livello neuronale sembrerebbero influenzare significativamente il progresso della malattia.
In Italia in questo momento si parla di circa 6000 persone che sono affette da SLA ed è incredibile come si tratti di una malattia prevalentemente dell’Europa occidentale e del Nord America. In queste nazioni la media è di 10 persone colpite ogni 100.000 abitanti, rispetto a una media mondiale di 3 ogni 100.000.
Sla calciatori famosi morti
Il caso più eclatante di morte per SLA è quella di Stefano Borgonovo, un eroe moderno che ha contribuito tantissimo alla ricerca. La “Fondazione Stefano Borgonovo” organizzava partite in ogni stadio d’Italia per poter raccogliere quanti più fondi possibili e ancora oggi l’associazione è attiva.
Un altro caso storico è quello del leggendario difensore del Genoa Gianluca Signorini, morto tragicamente nella sua Pisa a soli 42 anni nel 2002. Anche lui non aveva voluto mollare e si era presentato davanti alla sua gente al Ferraris in carrozzina per dare un calcio alla malattia.
Ci sono grandissimi nomi nella storia del calcio italiano che invece sono morti di SLA maggiormente nel silenzio. Forse il miglior giocatore di sempre a essere deceduto a causa di questa orrenda malattia è Pietro Anastasi.
Leggendario attaccante della Juventus e dell’Italia, morì per una SLA fulminante e velocissima. Il figlio aveva provato a nascondergliela fino all’ultimo, fino a quando fu obbligato a parlargliene quando a soli due mesi dalla sua morte ormai era paralizzato.
Chi non è morto direttamente di SLA è stato invece Ernesto “Tito” Cucchiaroni e la malattia lo colpì nel 1971. Perì però per un grave incidente in auto, anche se qualcuno sostiene che anche in quel caso la colpa fosse del suo malanno che gli fece perdere il controllo del mezzo.
Concludiamo con un altro grande nome: Fulvio Bernardini. Vinse campionati con Fiorentina e Bologna, ma gli venne diagnosticata la SLA nel 1981 prima di morire nel 1984. L’assurdo fu che solo nel 2004 si poté parlare del perché del suo decesso, in quanto non sembravano esserci correlazioni tra calcio e Sclerosi Laterale Atrofica.