Fino a pochi anni fa le sigarette erano i principali sponsor delle auto di F1, ma ora la situazione è completamente cambiata.
Che il mondo stia cambiando in maniera sempre più radicale è facilmente intuibili. La lotta all’inquinamento passa davvero da qualsiasi possibile atteggiamento, compreso quello di contrastare le grandi aziende del fumo.
Succede dunque che una grande Federazione come la FIA non possa in alcun modo far passare il segnale che sia giusto e si possa fumare. Per questo motivo si sono persi 40 anni di monopolio assolute delle ditte del tabacco che dal 2007 non possono più mettere il proprio nome sulle monoposto.
Il sodalizio era iniziato addirittura nel 1968, con la prima Scuderia che decise di utilizzare come sponsor principale una linea di tabacco che fu la Lotus. La sua scelta cadde sulla Gold Leaf e da allora sempre più monoposto premiarono questa scelta.
Tutti quanti ricordiamo perfettamente i 5 successi di Michael Schumacher con la Ferrari, con lo sponsor Marlboro che era in bella mostra. La decisione di abbandonare queste sponsorizzazioni, almeno in maniera evidente, avvenne nel 2001.
In quell’anno infatti partì la campagna soprannominata “Tobacco ban“, una decisione nella quale si dava modo alle Scuderie di rimuovere definitivamente entro cinque anni le varie sponsorizzazioni. Questa decisione della FIA riuscì ad anticipare solamente i tempi, dato che già nel 2005 sarebbe intervenuta direttamente l’Unione Europea.
Il massimo organo continentale infatti emanò una Legge per la quale non sarebbe stato possibile far sì che venissero pubblicizzate sigarette nelle varie competizioni sportive. Il processo era comunque già iniziato in varie nazioni, con la Germania Ovest che ne vietò le sponsorizzazioni nel 1974, poi la Gran Bretagna nel 1984 e infine la Francia nel 1992.
Quanto hanno perso le Scuderie di F1 per la fine dei contratti con le aziende di sigarette?
Parlare di una fine del rapporto tra la F1 e le sigarette sarebbe comunque sbagliato. Sono ancora tantissime le aziende che collaborano direttamente con le Scuderie, per esempio la Ferrari è ancora legata a Philip Morris.
Peccato però che non si possa più sponsorizzare in maniera così evidente come prima, infatti si devono usare alcuni trucchetti. Nel 2010 per esempio il Cavallino Rampante adottò un codice a barre che avrebbe riportato allo sponsor Marlboro.
Meno visibilità porta chiaramente meno soldi, infatti la Federazione aveva fin da subito stimato una perdita davvero molto considerevole: 350 milioni di dollari annui. Chi subì maggiormente questo divieto fu però una Scuderia in particolare.
Stiamo parlando della BAR, una vettura che era un’acronimo di British American Tobacco. Non solo dunque si voleva sponsorizzare il tabacco, ma era la stessa Scuderia una pubblicità ambulante e su quattro ruote.
Già dalla stagione 2006 dovette cambiare nome, con l’acquisizione del marchio della Honda che salvò un problema spinoso per la Federazione. Tra le aziende più famose in assoluto, ricordiamo come la Marlboro ebbe un legame molto stretto soprattutto con Ferrari e McLaren, mitica anche la monoposto di Senna con il marchio delle sigarette.
La McLaren di Mika Hakkinen entrò nella leggenda anche con il marchio West e di sicuro tutti quanti ricordiamo le velocissime Williams di Mansell e Prost con in bella vista lo sponsor Camel. Fumare fa male e dopo tanti anni è partita una campagna più che giusta contro il fumo, ma certi nomi saranno per sempre parte della storia della F1.