Il congedo straordinario è destinato a tutti i caregivers del disabile grave? Oppure bisogna rispettare un determinato ordine di priorità?
L’ordinamento italiano garantisce la tutela dei lavoratori che prestano assistenza ad un familiare disabile grave, con una serie di agevolazioni in ambito lavorativo.
Tra le più diffuse c’è il cd. congedo straordinario, un periodo di aspettativa dal lavoro retribuita, di durata biennale. La disciplina normativa, tuttavia, non concede a tutti i lavoratori la possibilità di richiedere il beneficio, ma stabilisce delle condizioni di accesso molto specifiche. Scopriamo, dunque, a chi è rivolto il congedo straordinario e quali sono le modalità di fruizione.
Una Lettrice ha inviato il seguente quesito:
“Buongiorno, sono una docente a cui è stata riconosciuta dall’INPS la Legge 104/92, comma 3, art. 3. Mio figlio è dipendente presso un’azienda privata; può usufruire dei 2 anni di congedo straordinario? Mio marito svolge un lavoro autonomo con provvigioni e non guadagnerebbe nulla in caso di assenza dal lavoro per 2 anni. Grazie.”
La nostra Lettrice possiede la qualifica di “Persona con handicap con connotazione di gravità, ai sensi dell’art. 3, comma 3, della Legge 104/1992”. Di conseguenza, i suoi familiari hanno il diritto a richiedere il congedo straordinario biennale.
L’agevolazione, prevista dall’art. 42 del D.lgs. n.151/2001, consiste in un periodo di assenza dal lavoro della durata di 2 anni, durante il quale si ha diritto ad un’indennità, corrispondente alla retribuzione percepita nell’ultimo mese antecedente la richiesta di congedo, riferita solo alle voci fisse e continuative. Esiste, tuttavia, un importo massimo per l’erogazione dell’indennità; per l’anno in corso, la Circolare INPS n. 11/2023 ha stabilito che la prestazione non può essere superiore a 53.687 euro.
Il periodo di assenza, però, non è considerato ai fini della maturazione delle ferie, del TFR e della tredicesima, ma è coperto da contribuzione figurativa; dunque, vale ai fini del diritto e della misura della pensione.
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Il limite dei 2 anni è complessivo tra tutti i beneficiari, per ciascun soggetto disabile grave accudito.
Il congedo straordinario può essere fruito anche in maniera frazionata, in giorni. In tal caso, affinché non siano conteggiati i festivi, i sabati e le domeniche, è necessario che il lavoratore riprenda l’attività tra un periodo di assenza e l’altro.
È opportuno specificare che, nel caso in cui il disabile da accudire sia ricoverato a tempo pieno presso una struttura sanitaria (pubblica o privata), non si può beneficiare del congedo. Tale regola, tuttavia, conosce delle eccezioni in tali ipotesi:
Non perdere il seguente approfondimento: “CAREGIVER LEGGE 104: L’INCREDIBILE AGEVOLAZIONE DI CUI NESSUNO PARLA“.
La richiesta per il beneficio deve essere inviata telematicamente all’INPS, atrraverso una delle seguenti modalità:
Il congedo straordinario spetta solo ai lavoratori dipendenti, pubblici o privati.
Per rispondere al quesito della nostra Lettrice, sottolineiamo che il D.lgs. n.151/2001 prevede uno specifico ordine di priorità tra i familiari del disabile grave, che scala solo nell’ipotesi di mancanza, decesso o possesso di patologie invalidanti. In particolare, possono richiedere l’agevolazione:
Chiariamo alla nostra Lettrice che l’ordine di priorità dei soggetti che possono fruire del congedo straordinario è tassativo e non derogabile, in quanto stabilito espressamente dall’art. 42 del D.lgs. n.151/2001. Non è, dunque, possibile scalare in favore del legittimato di ordine successivo, sulla base di eventuali dichiarazioni di rinuncia. Ciò neanche in virtù di specifiche situazioni di fatto o di diritto non esplicitamente individuate dalla norma (come, per esempio, la circostanza che il coniuge convivente sia un lavoratore autonomo).
Il figlio della Lettrice, dunque, potrebbe usufruire del congedo straordinario solo se il coniuge convivente o entrambi i genitori della madre disabile siano mancanti, deceduti o affetti da patologie invalidanti.
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