Affascinante il lavoro degli astronauti tra le stelle e i pianeti ad ammirare nostra bellissima Terra da lontano. Eppure anche loro devono espletare i bisogni fisiologici.
L’esplorazione spaziale è uno dei misteri più accattivanti per l’uomo. Ci saranno altre forme di vita intelligenti nell’Universo? Ma non è l’unica domanda che incuriosisce…
Fin da bambini la curiosità verso gli astronauti e la vita nello spazio è fortissima. Questi supereroi che attraversano l’atmosfera per essere catapultati nell’Universo poco conosciuto, lontani da casa e dai familiari per fluttuare all’interno delle navicelle spaziali e – i più fortunati – per passeggiare nella galassia. Incuriosisce anche il modo in cui affrontano le comuni azioni della vita quotidiana. Mangiare, dormire, lavarsi, andare al bagno.
Molti misteri in tal senso sono stati svelati da Samantha Cristoforetti. In particolare, la nota astronauta ha spiegato il funzionamento della toilette nella Stazione Spaziale Internazionale.
Tra le tante imprese che gli astronauti devono affrontare c’è quella di andare in bagno. La toilette della Stazione Spaziale Internazionale ha due macchinari principali, uno per smaltire la pipì, uno per le feci. Nel caso dei bisogni liquidi gli astronauti utilizzano un tubo che aspira l’urina e la trasferisce in un macchinario capace di trasformarla in acqua potabile.
Per le feci, invece, si sfrutta un piccolo sedile posto sopra un contenitore di colore grigio dotato di un sacchetto usa e getta. Una volta espletato il bisogno fisiologico, il sacchetto potrà essere chiuso e gettato nell’apposito contenitore. È buona abitudine, poi, che l’astronauta dopo aver tolto il sacchetto ne prepari uno nuovo per il collega che utilizzerà dopo la toilette.
Nessuna doccia quando si è circondati dal buio dell’Universo. Per l’igiene personale non si ha a disposizione l’acqua corrente ma degli asciugamani che devono essere inumiditi con acqua e sapone contenuti in un dispenser. E non c’è neanche modo di lavare gli indumenti. Una volta usati diventano spazzatura da smaltire attraverso un veicolo cargo. La frequenza dei cambi è di due volte al mese per i pantaloni mentre per altri capi si ha una dotazione più ampia.
Ogni astronauta ha a disposizione dei bricks – ossia mattoni – con dotazioni per due settimane. Ogni brick include
In più gli astronauti, sottolinea la Cristoforetti, dispongono di una decina di magliette con i loghi delle spedizioni e due felpe.
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