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Luce e gas, come chiudere le utenze senza avere problemi: cosa c’è da sapere per non fare errori

Published by
Emiliano Fumaneri

Come si fa a chiudere un’utenza della luce e del gas? E quanto costa? Quali documenti servono? Una piccola guida per non fare errori.

La procedura da seguire è semplice, ma come sempre in questi casi va seguito un certo ordine. È utile sapere anche la tempistica che deve essere rispettata dal fornitore. In caso contrario abbiamo diritto al rimborso, ecco come funziona.

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Chiunque abbia avuto a che fare con un trasloco sa che non è possibile trasferire l’utenza della luce o del gas dalla vecchia alla nuova casa. In caso di trasloco bisogna prima chiudere la vecchia fornitura e aprire un’altra utenza andando a stipulare un nuovo contratto.

Questa può essere una novità invece per chi si trova alle prese col suo primo trasloco. Cerchiamo di capire allora come si fa a mandare la richiesta per chiudere l’utenza di luce e gas, che documenti servono e quanto costa la procedura per la disattivazione.

Chiudere un’utenza luce o gas: a chi va inviata la richiesta

Quando ci apprestiamo a lasciare la vecchia casa per la nuova una cosa da non dimenticare è chiudere le utenze. Questo essenzialmente per due ragioni: prima di tutto per non rendere le cose troppo difficili ai futuri nuovi inquilini dell’appartamento, in secondo luogo per evitare che il fornitore continui a addebitarci utenze di cui non siamo più responsabili.

Se i nuovi inquilini dovessero subentrare a breve nell’appartamento che lasciamo sfitto, è consigliabile organizzare insieme a loro la voltura, cioè il cambio di intestazione del contratto per la fornitura di luce e gas. La voltura permette infatti di evitare l’interruzione della fornitura che quando facciamo la disdetta del contratto viene disattivata fisicamente chiudendo i contatori.

Come chiudere un’utenza luce o gas?

Vediamo dunque come chiudere un’utenza di luce e gas. Prima di tutto la richiesta per la chiusura dell’utenza va inviata al nostro fornitore di energia elettrica e gas. Quanto alle modalità concrete per l’invio della richiesta di chiusura, queste dipendono dal fornitore con cui è stato stipulato il contratto. In genere è sufficiente contattare il numero verde del servizio clienti, riportato in ogni bolletta. In altre circostanze invece occorre fare una richiesta scritta da spedire al fornitore con raccomandata a/r o via fax.

Chi preferisce parlare personalmente con un operatore potrà andare di persona presso uno degli sportelli fisici della società di fornitura presenti sul territorio. Ma è possibile anche chiudere l’utenza online, se il fornitore lo permette. In questo caso basta accedere al proprio account personale sul sito web del fornitore.

Quanto tempo ci vuole a chiudere il contatore?

Dopo aver inviato la richiesta di chiusura dell’utenza, entro 2 giorni lavorativi questa viene trasmessa dal fornitore al distributore, ovvero alla società che gestisce il contatore. A partire da allora, il distributore disattiva l’utenza entro 5 giorni dalla data in cui ha ricevuto la richiesta di chiusura. In totale la disattivazione dell’utenza luce o gas deve avere luogo a 8-10 giorni dall’invio della richiesta.

Il distributore locale non è sempre lo stesso. Intanto è diverso in base alla zona ed è differente per la fornitura di energia elettrica e per quella del gas. Dopo aver richiesto la disattivazione, l’utenza come detto viene interrotta chiudendo i contatori. In molti casi il contatore della luce è elettronico e viene disattivato da remoto da una centralina. La disattivazione del contatore del gas necessita invece dell’intervento di un tecnico che sigilla il rubinetto del contatore per evitare la fuoriuscita del gas. Così ci vedremo addebitare nella bolletta di conguaglio soltanto il consumo di luce o gas fino al momento della disattivazione, e non oltre.

Quanto spetta di rimborso al cliente in caso di ritardo

Se per colpa del distributore la chiusura dell’utenza non rispetta la tempistica prevista dopo la richiesta da parte del cliente, a quest’ultimo spetta un rimborso. In questo caso il rimborso al cliente avviene con accredito automatico in bolletta. Di seguito riepiloghiamo i rimborsi a cui ha diritto la clientela sulla base del ritardo con cui viene soddisfatta la richiesta di chiusura. Con tempo standard ci si riferisce alla data in cui il distributore ha ricevuto la richiesta. Non sono dunque conteggiati i due giorni lavorativi nei quali il fornitore ha trasmesso la richiesta di disattivazione al distributore incaricato di portare a termine questa operazione.

Chiusura utenza energia Elettrica

Tempo standard: 5 giorni lavorativi.

Indennizzo automatico previsto

  • entro 10 giorni: 35 euro
  • entro 15 giorni: 70 euro
  • oltre 15 giorni: 105 euro

Chiusura utenza gas

Mentre per la fornitura dell’energia elettrica il rimborso varia in funzione dei giorni di ritardo, nel caso della fornitura di gas il rimborso dipende dal tipo di contatore.

Tempo standard: 5 giorni lavorativi.

Indennizzo automatico previsto

  • Contatori fino a G6 (domestici): 35 euro
  • Contatori da G10 a G25: 70 euro

Quali documenti servono per chiudere un’utenza luce o gas

Per chiudere una fornitura di luce o gas la procedura da seguire è piuttosto semplice. Prima di chiamare la società fornitrice è meglio radunare tutti i documenti e i dati necessari per evitare ulteriori perdite di tempo. Se andiamo di persona al punto vendita, dobbiamo ricordare di avere con noi un documento identificativo (ovviamente in corso di validità).

Ecco dunque i documenti necessari per la chiusura di un’utenza luce o gas:

  • Dati personali e codice fiscale dell’intestatario del contratto
  • Codice cliente (indicato in bolletta)
  • Indirizzo valido per far recapitare l’ultima bolletta di conguaglio
  • Autolettura del contatore
  • Giorno (eventualmente) di disattivazione

Quanto costa chiudere la luce o il gas

La disattivazione della fornitura di luce e gas ha un costo variabile in base al mercato in cui ci troviamo, se mercato libero o servizio di tutela, oltre che in base al tipo di utenza (luce o gas). In genere i fornitori chiedono alla clientela un contributo per la disattivazione. Il costo è maggiore per la disattivazione della fornitura di gas rispetto a quella dell’energia elettrica. Talvolta però (con Enel Energia, ad esempio) disattivare le utenze non costa nulla.

Ma quanto costa chiudere l’utenza luce o gas in base al mercato di appartenenza? Nel caso della luce, per il servizio di maggior tutela c’è un contributo fisso di 23 euro. Se siamo in regime di mercato libero i costi per la disattivazione dell’utenza dipendono dal contratto che abbiamo sottoscritto.

Invece nel caso del gas chiudere l’utenza ha un costo stabilito dalla concessione del servizio di distribuzione oppure dal costo comunicato dal distributore locale.

Fornitura del gas: quando può essere chiusa senza preavviso

In alcuni casi particolari il distributore può disattivare la fornitura anche senza dare alcun preavviso e senza alcuna morosità da parte del cliente. Ecco quali sono:

  • In caso di un furto accertato di gas
  • Manomissione o rottura dei sigilli del contatore
  • Utilizzo degli impianti in maniera non conforme al contratto di fornitura
  • Per ragioni di sicurezza in caso di dispersioni di gas. Se c’è stata una fuga di gas l’utenza sarà riattivata solo dopo un’attestazione che provveda a certificare che un tecnico ha messo a norma l’impianto.

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