Allarme collirio: cecità e morti, scompare dalle farmacie | Attenti al marchio

È allarme per il collegamento tra diverse infezioni oculari e l’utilizzo di un collirio. All’origine dei contagi c’è un batterio molto resistente agli antibiotici.

Ecco qual è l’agente responsabile del contagio e dove si sono registrate le morti e le infezioni, anche gravi. Ma anche quello che si sa finora e a che cosa bisogna fare attenzioni.

donna si mette collirio
Nursenews

Può far perdere la vista è negli Stati Uniti ha già provocato dei decessi. Di cosa si tratta? Il suo nome è Pseudomonas aeruginosa: un batterio che ha fatto scattare l’allarme oltreoceano.

A quanto pare il numero di infezioni, in rapido aumento, sarebbe collegato al collirio. Sono già diversi i prodotti da banco ritirati dal commercio dai produttori, anche se non tutti sembrano essere direttamente collegabili alle infezioni provocate dal pericoloso batterio.

Colliri ritirati e Pseudomonas aeruginosa: cosa succede negli Usa

Secondo i dati dei Centers for disease control and prevention negli Stati Uniti già 3 persone sono morte per l’infezione da Pseudomonas aeruginosa. Almeno altre 68 persone sono rimaste contagiate, in 16 diversi stati americani. Una signora di 72 anni è addirittura rimasta cieca dall’occhio sinistro dopo aver usato il collirio EzriCare per meno di sette giorni.

EzriCare artifical tears è un prodotto da banco. È composto da lacrime artificiali che servono per contrastare il rosso e la secchezza agli occhi. Non serve dunque la prescrizione medica per acquistarlo. Negli Usa infatti si può comprare anche sul web o al supermercato. Il produttore ha immediatamente ritirato le lacrime artificiali dopo l’allarme per i contagi da Pseudomonas aeruginosa. Molti dei contagiati infatti hanno dichiarato di aver usato EzriCare.

Ma EzriCare non è l’unico collirio a essere stato ritirato negli States. Anche altri colliri, anche se non direttamente collegati alle infezioni, sono stati tolti dagli scaffali. Almeno 4 marchi hanno deciso di togliere dal mercato le loro lacrime artificiali, con ogni probabilità a scopo di precauzione.

Infezioni da Pseudomonas aeruginosa e uso dei colliri: cosa c’è da sapere

E in Italia c’è da preoccuparsi? Gli esperti per il momento buttano acqua sul fuoco. Così Ciro Costagliola, direttore della Clinica oculistica dell’Università di Napoli Federico II e consigliere della Siso (Società italiana di scienze oftalmologiche), invita a non fare allarmismi e a non preoccuparsi in maniera eccessiva. Innanzitutto perché parliamo di un basso numero di infezioni in rapporto alla popolazione totale degli Stati Uniti e al numero di presumibili utilizzatori del collirio.

A giudizio dell’esperto siamo davanti a un evento eccezionale, con ogni probabilità legato alla contaminazione di un certo numero di flaconi. Tanto più, fa osservare lo specialista, che gran parte dei contagiati da Pseudomonas aeruginosa sono anziani sofferenti della sindrome dell’occhio secco. Si tratta di una malattia che danneggia l’integrità della superficie oculare, rendendola così più aggredibile dal batterio.

Colliri contaminati: come contagia il batterio dello Pseudomonas aeruginosa

Il batterio dello Pseudomonas aeruginosa è piuttosto resistente agli antibiotici ed è in grado di diffondersi senza grandi problemi in tutto l’ambiente. È capace di contaminare anche acqua, suolo e rifiuti umani. Si può supporre che a contaminare i colliri siano stati dunque degli agenti ambientali entrati in contatto con questi prodotti mentre venivano maneggiati.

Questo batterio può provocare infezioni anche pericolose. Come spiegano gli esperti, le proteine prodotte dallo Pseudomonas aeruginosa possono aggredire la cornea e invadere l’occhio fino a compromettere perfino la vista. I più a rischio, come in altre circostanze, sono i soggetti fragili con un sistema immunitario indebolito.

A detta degli esperti aver ritirato i colliri (non venduti in Italia, anche se possono essere acquistati online) è una misura sufficiente per circoscrivere il problema. Come osserva il dottor Thomas Steinemann (American Academy of Ophthalmology) in genere i colliri sono perfettamente sicuri. A patto, naturalmente, che siano prodotti e usati nella corretta maniera. All’origine della contaminazione, dopo l’acquisto del prodotto, può esserci infatti il suo cattivo utilizzo.

Infezioni oculari, le precauzioni da prendere

Il dottor Costagliola invita quindi ad adottare alcune semplici precauzioni per evitare la contaminazione batterica dei colliri:

  • Lavarsi bene le mani prima dell’uso;
  • Stare attenti a non mettere in contatto la palpebra e il bordo del flacone di collirio;
  • Conservare il collirio in un posto al fresco e all’asciutto;
  • Non usare il collirio dopo la scadenza indicata sulla confezione;
  • Optare per le confezioni monodose: aiuterà a evitare gli agenti irritanti.

Usare i flaconi monodose è una pratica da preferire per scongiurare la contaminazione delle lacrime artificiali A patto di ricordarsi di non riutilizzarli: la maggior parte dei colliri infatti non contiene conservanti (è il caso infatti di Ezri Care), agevolando così la colonizzazione batterica.

Infezioni oculari: i soggetti più a rischio e i sintomi a cui fare attenzione

Niente allarmismo anche sui sintomi, che vanno correlati semmai alle proprie condizioni di salute. L’esperto raccomanda attenzione soprattutto alle persone più a rischio di contrarre infezioni oculari. E cioè:

  • Portatori di lenti a contatto;
  • Diabetici;
  • Soggetti che assumono anticoncezionali o betabloccanti.

Per quel che riguarda i sintomi dell’infezione da Pseudomonas aeruginosa, questi non risultano poi molto differenti rispetto a quelli causati da altre infezioni oculari. Generalmente avremo dunque rossore, calore e secrezioni non dovute ad allergie o ad altri fastidi. Il consiglio, in caso di sintomi diversi dal solito come secrezioni anomale o vista offuscata è di farsi visitare da un medico.

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