Sempre più presente nelle nostre vite, tanti temono di perdere il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale. Ma alcune professioni – almeno per ora – sono al sicuro.
Il pericolo di una ‘grande sostituzione’ da parte delle macchine invece sembra parecchio concreto per una serie di altri lavori. Che rischiano seriamente di estinguersi per gli uomini in carne e ossa. Vediamo quali.
ChatGPT, possiamo ben dirlo, è il fenomeno del momento. Il nuovo ritrovato tecnologico di OpenAI, la fondazione creata nel 2015 da alcuni investitori della Silicon Valley, tra cui il fresco patron di Twitter Elon Musk, promette di rivoluzionare le nostre vite. Anche nel campo del business, tanto è vero che c’è già chi prova a farne un re Mida o una specie di gallina dalle uova d’oro affidandogli un budget da investire.
Si può presumere che anche il mondo del lavoro non sarà risparmiato dalla nuova rivoluzione tecnologica, come del resto è sempre accaduto in passato. Ma adesso, come tante altre volte nel corso del tempo, molti professionisti si chiedono se negli scenari futuri ci sarà ancora spazio per loro. Si fa sempre più palpabile il timore che le loro posizioni svaniscano davanti all’impetuosa avanzata dell’intelligenza artificiale.
A confermare che in questo contesto sempre più a sfondo tecnologico molte cose cambieranno c’è anche un’indagine. L’hanno portata avanti i ricercatori dell’Università della Pennsylvania. In questo studio trova effettivamente conferma che l’incidenza futura delle tecnologie GPT è destinata a lasciare il segno in maniera impressionante.
Nel giro di pochi anni l’intelligenza artificiale ha conosciuto un’evoluzione rapidissima. Perciò non siamo lontani dal vero se pensiamo che nei prossimi anni andremo incontro a un massiccio aumento del suo impiego in campo lavorativo. Secondo lo studio, infatti, le AI incideranno sull’80% della forza lavoro. E anche la quota residua appare destinata a mutamenti profondi e duraturi.
Da qui le paure di tanti professionisti per il futuro della propria posizione lavorativa. La buona notizia però è che secondo i ricercatori alcuni lavori sembrano essere al sicuro. Si tratta dei cosiddetti lavori insostituibili.
Non è un mistero per nessuno – il classico segreto di Pulcinella – che sono tante le aziende che cercano di tagliare il più possibile sul costo della forza lavoro. Così come non è un mistero che guardino alle nuove tecnologie come a un ottimo mezzo per raggiungere il loro obiettivo. Un fatto che ha portato più di un lavoratore a chiedersi se in un lasso più o meno breve di tempo le sue mansioni non saranno sostituite da un robot. Le macchine, oltre a non percepire salario, hanno infatti anche il non trascurabile pregio – agli occhi di un datore di lavoro – di non avanzare diritti nel campo del lavoro, non hanno la tessera dei sindacati e così via.
Lo studio condotto dai ricercatori americani si intitola “GPTs are GPTs: An Early Look at the Labour Market Impact Potential of Large Language Models”. La ricerca ha prodotto una lista sia dei lavori che possono considerarsi al riparo da questa deriva tecnologica sia di quelli che invece sono reputati a rischio estinzione.
I lavori definiti insostituibili sono questi:
Se alcuni lavori al momento sembrano essere al riparo dallo tsunami ChatGPT, non è così per altre professioni, Per le quali il rischio di vedersi sostituire dalle macchine è davvero elevato. Ecco secondo l’indagine americana quali sarebbero le figure professionali a più alto rischio di sostituzione:
Per queste figure i ricercatori ‘profetizzano’ una completa sostituzione a favore dell’intelligenza artificiale.
Ma sono a rischio anche questi lavori:
Al momento ChatGPT rasenta tutt’altro che la perfezione nell’elaborare e generare testi scritti. Ma tutto fa pensare che andando avanti col tempo i processi di scrittura del chatbot finiranno per perfezionarsi sempre di più.
Insomma, di motivi per preoccuparsi ce ne sono. Anche se, grazie al cielo, la direzione che prenderanno i tempi futuri – con buona pace dei futurologi di professione – non è mai prevedibile e i cambiamenti possono improvvisamente prendere una piega non preventivata. Oggi la tecnologia in molti casi rimane un aiuto per i lavoratori, permettendo loro una maggiore efficienza. C’è da sperare che la direzione sia appunto questa: quella di una tecnologia che si affianca all’uomo nel suo lavoro. Non che punti a sostituirlo.
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