Una proiezione che lascia più che mai sconcertati, ma forse è poco. Terrore, questo è quello che si avverte al solo ipotetico pensiero.
Il pensiero che tutto potrebbe finire da un momento all’altro chiaramente spaventa e rende assolutamente incerto qualsiasi momento della nostra vita attuale. Il pensiero, insomma, è tutto alla guerra in Ucraina in cui da più di un anno sembra si stiano decidendo le sorti dell’intero pianeta. Quello che spaventa sempre di più, man mano che gli eventi si alternano, è il rischio che uno dei paesi coinvolti possa utilizzare in qualche modo armi nucleari. Il rischio stesso, non è del tutto da escludere.
Cosa succederebbe all’intero pianeta se per un motivo o per un altro una delle potenze coinvolte nel conflitto in Ucraina dovesse prendere la decisione di sganciare la terribile arma nucleare? Non si conterebbero o i morti, questo è certo. Il risultato, però, stando al parere degli esperti sarebbe, se possibile, ancora più tragico. Si rischierebbe un sacrificio in termini di vite umane incalcolabile, più che mai atroce. Il rischio, secondo molti esiste per davvero. Si spera che alla fine prevalga la ragione.
In questi giorni, la notizia che corre in lungo e in largo in tutto il pianeta è quella che riguarda il posizionamento di testate nucleari russe in Bielorussia. La tensione, insomma torna a farsi forte dopo l’apparente ritorno alla normalità, in merito, dei mesi passati. Quello che potrebbe accadere nel nostro continente, e non solo, nel caso di attacco nucleare sarebbe qualcosa di incredibilmente tragico. Le proiezioni in merito a una possibile simile azione sono da brividi, oggi più che mai.
Si parla, stando alle proiezioni di cui sopra, di almeno 90 milioni di morti in pochissime ore. La riflessione, la sentenza, se cosi possiamo dire, arriva direttamente dallo studio del programma Science and global security (Sgs) dell’università di Princeton. Proprio in questa sede p è stato, infatti simulato nel dettaglio un attacco nucleare da parte dei paesi protagonisti, di fatto, del conflitto attuale. Chiaramente, oggi, un eventuale attacco nucleare avrebbe conseguenze tragiche anche e soprattutto per lo stesso paese che schiaccerebbe per prima il fatidico tasto.
Gli stessi ricercatori dell’università di Princeton hanno simulato, nello specifico un attacco russo che ha come punto di partenza la base di Kaliningrad. Stiamo parlando di una località sul baltico nel territorio della Federazione Russa. Secondo la simulazione in questione nel momento in cui si darebbe il via a un simile attacco, numerose capitali europee sarebbero bombardate nel giro di pochissimi minuti. Uno scenario praticamente da incubo che in ogni modo dovrà essere scongiurato.
Lo stesso scenario ipotetico, preso in considerazione dai ricercatori prevede numerose città europee nel mirino dei primi 300 missili nucleari sganciati nel caso di un possibile attacco. Varsavia, Berlino, Praga e numerose altre località anche più a sud, tra le quali molte città italiane. All’interno dello stesso scenario, poi, si andrebbe a prevedere il lancio di almeno 180 testate nucleari verso obiettivi russi da parte della Nato. In questa prima fase si avrebbero dunque almeno 2,5 milioni di morti.
La replica Nato, chiaramente indurrebbe i russi a controreplicare. A quel punto il bilancio dei morti salirebbe presto a circa 4 milioni in 45 minuti. La fase peggiore, quella più terribile in assoluta sarebbe poi l’ultima, in cui lo scambio continuo e incontrollato di missili nucleari dalle varie fazioni in campo andrebbe a provocare in ulteriori 45 minuti ben 85 milioni di morti. Il quotidiano “La Nazione”, proprio in merito ad un eventuale scenario ha intervistato lo storico militare Gastone Breccia.
Le parole di Breccia, in merito, fanno irrimediabilmente riflettere: “Putin potrebbe essere spinto a sferrare un disperato attacco nucleare solo se il suo esercito fosse all’angolo questo può verificarsi nel caso l’Ucraina metta in atto un’offensiva di successo sfondando le linee russe. Ecco che a quel punto l’unica possibilità moscovita sarebbe l’arma di distruzione di massa. Credo, però, che l’Occidente e la Nato non avrebbero la necessità di rispondere: sarebbe sufficiente una controffensiva convenzionale, perché a quel punto la Russia politicamente sarebbe finita”.
A questo punto, qualsiasi cittadino, di qualsiasi nazionalità non può far altro che sperare in un accordo che in qualche modo ponga fine al conflitto inducendo un percorso di pace che a questo punto salverebbe, è il caso di dirlo, l’intero pianeta. Una eventualità, certo, da considerare in ogni caso, da pretendere addirittura, in un certo senso. Di questo passo, con l’innalzarsi delle varie tensioni tra i contendenti, si potrebbe seriamente arrivare ad un punto imprevisto di non ritorno.
La guerra, come sempre, fa paura. Ancora più paura, però, è in grado di trasmettere un ipotetico scenario, assolutamente da scongiurare in cui milioni di persone perderebbero la vita nel giro di pochissimi minuti. Tutto questo, è chiaro, non può essere accettabile. La pace deve essere cercata, ad ogni costo.
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