Tra le forze di polizia, l’Arma dei Carabinieri è indubbiamente la più amata. Ma quanto guadagna ogni mese un carabiniere?
Sono tanti i fattori da considerare nella busta paga di un carabinieri, dal grado al ruolo, passando per l’anzianità di servizio. Inoltre ci sono diverse indennità, cerchiamo di capire quali.
L’anno scorso i rinnovi dei contratti nel pubblico hanno portato buone novità anche nelle buste paga dei Carabinieri. Anche gli uomini dell’Arma infatti hanno visto crescere i loro salari. Alla luce degli aumenti del 2022 quanto guadagna dunque un carabiniere?
Come accade sempre quando si parla di lavoratori pubblici, dare una risposta univoca è impossibile. Tanto più se parliamo di dipendenti dell’ordine pubblico e della difesa. Troppe le variabili in ballo, a cominciare all’anzianità di servizio. Ma da tenere in conto ci sono anche le indennità accessorie come gli straordinari o le maggiorazioni per gli incarichi di particolare pericolosità.
Come prima cosa c’è il cosiddetto stipendio tabellare, cioè quello di base. Anche per le Forze Armate, di cui fanno parte i Carabinieri, questo è l’elemento principale in busta paga. Qui cominciano le prime differenze. Si va dai 19.276,54 euro lordi all’anno del carabiniere semplice fino ai 27.564,08 di un capitano. Lo stipendio tabellare degli appuntati invece è di 20.512,8 euro, di 22.252,73 euro quello dei brigadieri, 22.847,96 euro per i marescialli, 27.106,2 euro lo stipendio dei tenenti.
Non è però solo il ruolo a determinare lo stipendio di un carabiniere. Ci sono anche l’anzianità e il ruolo da tenere in considerazione. Per cui è possibile che un carabiniere di grado inferiore prenda più di un collega di grado superiore (ad esempio un brigadiere capo con qualifica speciale guadagna più di un maresciallo).
Anche per i carabinieri – come succede per tutti i dipendenti pubblici, e non solo loro – ci sono delle altre indennità. Tra queste, la principale è l’indennità pensionistica, soggetta alla medesima tassazione del salario di base. Qui le differenze sono sensibili tra i gradi più alti e quelli più bassi. Un capitano prende un’indennità pensionistica di 11.192,04 euro lordi all’anno (932,67 euro al mese), mentre un carabiniere semplice si ferma a 6.855,12 euro annuali (571,26 euro al mese).
Per capire quanto guadagna effettivamente un carabiniere bisogna sommare le due cifre (salario di base e indennità pensionistica) dopo le tasse. Così senza carichi andiamo a stipendi che oscillano dai quasi 1.600 euro netti al mese per il carabiniere semplice ai 2.060 euro del capitano.
Ma un carabiniere guadagna anche di più. Infatti bisogna tenere conto del tempo impiegato anche dopo l’orario lavorativo, nei festivi o di notte. Stando all’ultimo accordo (contratto 2019-2021), gli straordinari feriali vengono pagati dai 11,28 euro all’ora per il carabiniere semplice ai 16,11 del capitano. Per gli straordinari festivi o per i notturni i carabinieri vengono pagati da 12,76 a 18,22 euro all’ora. Una retribuzione che sale ancora se il turno notturno cade in un giorno di festa, arrivando tra i 14,72 e i 21,02 euro (lordi).
Oltre agli straordinari, c’è poi il trattamento di missione che spetta ai carabinieri inviati lontano dalla propria sede. In questo caso il militare viene pagato 24 euro al giorno e ha diritto al rimborso dei pasti (30,55 euro a pasto). Nel caso di missioni particolari e più gravose il carabiniere si vede corrispondere anche il compenso forfettario di impiego: tra 66 e 76 euro al giorno a seconda del grado. L’importo raddoppia nei giorni festivi. Quando l’incarico è rischioso scatta anche l’indennità di rischio. Questa indennità però non è molto sostanziosa (tra 0,80 e 2,30 euro all’ora). Soltanto per i subacquei che devono inoltrarsi a grandi profondità arriva a 15,48 euro.
Ad incrementare il salario dei carabinieri ci sono anche le una tantum che i vari governi spesso decidono di concedere. Lo fanno, ad esempio, per compensare i ritardi nel rinnovo contrattuale. Come è successo appunto nel 2022, quando il governo ha aggiunto 350 euro per compensare gli arretrati non versati all’Arma.
Una cifra alla quale va sommato il bonus defiscalizzazione, introdotto per la mancata integrazione di 80 euro (diventati poi 100) per i carabinieri che guadagnano meno di 28 mila euro (giovani appuntati o carabinieri semplici). Parliamo, per il 2022, di 491 euro pro capite all’anno.
Infine c’è l’anzianità di servizio. Dopo 17 anni di servizio un carabiniere semplice si vede riconoscere uno scatto di 1.448,40 euro all’anno, che si aggiunge agli altri adeguamenti. Dopo 27 anni lo scatto è di 2.949,83 euro e dopo 32 anni arriva a 3.392,30.
Gran parte degli aumenti salariali scattano negli anni per via della progressione di grado, quando un carabiniere avanza di grado e rientra nello scaglione superiore. Un grado più alto significa responsabilità più alte. Premiate anche con la corresponsione di parte del Fesi (Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali). Si tratta di un fondo pensato per premiare il personale dell’Arma dei Carabinieri per l’effettiva presenza in servizio. Nel 2022 grazie a questo fondo un carabiniere poteva ricevere fino a 522,48 euro a testa.
Gli importi salgono parecchio quando l’incarico è importante. In quel caso la porzione di Fesi può arrivare a superare anche i 1.500 o i 2 mila euro. I gradi più alti della gerarchia militare, come un generale di corpo d’Armata possono arrivare a prendere in busta paga – senza contare i diversi trattamenti accessori – ben 124.079,77 euro all’anno, che al mese fanno 9.544,60 euro.
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