Mai rinunciare a cambiare la propria vita se non si è soddisfatti. Il pensiero “ormai è troppo tardi” dovrebbe essere bandito da chiunque.
Abbiamo un’esistenza a disposizione, per quale motivo dovremmo vivere nell’infelicità o nei rimpianti? Seguendo la regola dei dieci anni si eviteranno stalli inutili.
Accontentarsi della mediocrità è sbagliato. Pensare di essere arrivati solamente perché si crede che sia troppo tardi per raggiungere nuovi sogni è sbagliato. Chi crede che i sogni ad un certo momento debbano essere dimenticati si arrende ad una vita di superficialità senza nemmeno tentare di trovare qualcosa di meglio.
Naturalmente il nostro non è un invito ad abbandonare il lavoro, la famiglia, la città ma è un incitamento a non appiattirsi sulle certezze rinunciando ad ottenere qualcosa di più. Ricordate i desideri che avevate da bambini? Per quanto impossibili rappresentavano la spinta ad agire, a migliorarsi, a credere in sé stessi. Le vicissitudini hanno portato, poi, a mettere nel dimenticatoio speranze e sogni ma ciò non significa che non possano essere rispolverate.
A volte basta veramente poco per ricominciare a sorridere. Il brutto è che tante persone nemmeno si accorgono di avere smesso di farlo. Per questo motivo di tanto in tanto bisognerebbe riconsiderare la propria esistenza cercando delle strade per migliorarla.
Cambiare la propria vita con la regola dei dieci anni
Arthur Brooks è un professore che insegna “Leadership and Happiness” (felicità e leadership) all’Università di Harvard. Secondo Brooks la vera soddisfazione si raggiunge dedicandosi alla stessa attività per non più di dieci anni. Questo perché non dobbiamo dimenticare che noi non siamo una sola persona, siamo mille sfaccettature di una persona. Ognuno di noi è poliedrico, può avere più talenti e passioni. Riuscire in uno solo di questi talenti, la maggior parte delle volte non permette il completamento e la felicità.
Scegliere un percorso a vent’anni non significa doverlo seguire per tutta la vita se non dà soddisfazioni. Se così fosse chi “inciampa” lungo il percorso non riuscirebbe più a rialzarsi. Invece noi siamo essere umani, abbiamo la capacità di pensare e di reinventarci. L’unico ostacolo al miglioramento siamo noi stessi e i nostri pensieri negativi. “Ormai è tardi”, mai pensarlo.
Abbiamo infinite possibilità, mai dimenticarlo
Quando si perde il lavoro a 50 anni, si ha un mutuo da pagare e una famiglia da mantenere può essere difficile riuscire a ricordare che le nostre possibilità sono numerose. Alzarsi non sarà facile, si potrebbe avere bisogno di chiedere aiuto e di accettare un periodo di difficoltà.
Ma abbattersi non farà migliorare la situazione. Reinventarsi, invece, consentirà di iniziare un nuovo percorso. Accontentarsi mai, nella vita tutto può cambiare da un momento all’altro – sia in peggio ma anche in meglio. Non deve mancare l’entusiasmo, la voglia di vivere, la capacità di esplorare sé stessi per dire “da dove posso ricominciare”? Solitamente da ciò che piace fare, da quello che si ama che, perché no, potrebbe essere trasformato in un’occasione d’oro.
Brooks dà un termine di dieci anni. Noi non vogliamo dare termini, le esperienze personali sono così differenti che non crediamo sia possibile indicare un limite comune. La necessità di cambiamento può arrivare dopo due anni da un inizio, dopo dieci, venti anni oppure mai. L’importante è ricordare che “Ormai è tardi” è una frase che si pronuncia una sola volta nella vita, davanti alla morte.