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Lifestyle

Fumare marijuana rende più creativi? I risultati di un test ti lasceranno a bocca aperta

Published by
Emiliano Fumaneri

Sulle tristemente famose “canne” circolano tanti miti: uno di questi è che fumare cannabis stimoli la creatività. Ma sarà poi vero?

Una ricerca recente ha cercato di fare luce sul rapporto tra consumo di marijuana e creatività. I risultati sono sorprendenti e sfatano diversi miti legati all’assunzione di queste sostanze.

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Tra i tanti miti sulla droga c’è anche quello che stimoli la creatività. Un effetto che si attribuisce in particolare alla marijuana. Il mito della droga come incentivo allo spirito creativo nasce forse dal fatto che tanti artisti sono noti per averne fatto uso. Come ad esempio Charles Baudelaire. Anche altri personaggi celebri come Bob Marley e John Lennon consumavano cannabis. E perfino scienziati come Carl Sagan. Peccato che l’equazione marijuana uguale creatività non abbia grande fondamento scientifico. A confermarlo uno studio recente apparso sul Journal of Applied Psychology.

Naturalmente la scienza è sempre alla ricerca di approfondimenti su qualsiasi argomento e servirà indubbiamente indagare ancora. Detto questo, le prove di cui disponiamo attualmente indicano che fumare marijuana incide davvero in misura minima sulla creatività. E soltanto su alcuni, non sui altri.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa dice la scienza su questo punto.

Fumare marijuana e creatività, cosa dice la ricerca

A guidare la ricerca pubblicata sul Journal of Applied Psychology è stato lo psicologo dell’Università di Washington Christopher Barnes. I ricercatori volevano capire se chi fuma marijuana sia più o meno creativo di altri. Per farlo hanno fatto ricorso a 430 volontari consumatori occasionali di cannabis.

Successivamente tutti i partecipanti hanno preso parte a un test di creatività tra i 15 minuti e le 12 ore dopo aver consumato la cannabis. In parallelo i ricercatori hanno condotto un secondo studio, con 191 volontari divisi in due gruppi. Il primo gruppo doveva sostenere il test di creatività 15 minuti dopo l’assunzione, mentre il secondo doveva fare la stessa cosa ma a 12 ore di distanza dal consumo.

In più, oltre alle prove di creatività, in momenti diversi gli esperti hanno chiesto ai partecipanti di fare “brainstorming”. Infine una giuria ha analizzato e valutato prove e idee emerse dall’esperimento. Nessuno degli esaminatori era a conoscenza di che volontario stesse esaminando. Un modo per evitare potesse insorgere qualunque genere di pregiudizio.

Gli esiti della ricerca

Gli esiti della ricerca non hanno fatto emergere alcuna differenza di rilievo tra i partecipanti che avevano partecipato al test sotto l’effetto della cannabis e quelli che vi avevano preso parte da sobri. La conclusione dei ricercatori dunque è che fumare marijuana non incide sulla creatività.

È emerso invece che le persone sotto l’effetto della droga hanno la tendenza a sopravvalutare le proprie idee e anche quelle degli partecipanti. In altri termini credevano che tutti fossero più creativi, a cominciare da sé stessi ma anche gli altri. Anche se in realtà erano soltanto più “fumati”, non più creativi.

Questa percezione falsata fornisce un importante indizio per comprendere come mai così tanti impegnati in processi e attività creative attribuiscano queste loro abilità al consumo di marijuana. In altre parole l’uso di marijuana promuoverebbe uno stato d’animo più creativo, una sorta di predisposizione attiva in tal senso. Ma non è affatto il consumo in sé stesso a stimolare la creatività. Ne dà, piuttosto, l’illusione.

Altre ricerche su marijuana e creatività

Lo studio guidato da Christopher Barnes del resto conferma quanto già emerso da altri studi sul rapporto tra marijuana e creatività, anche se con diverse sfumature. Ad esempio una ricerca del 2012 aveva scoperto che fumare cannabis stimola leggermente il pensiero divergente, tipico del pensiero creativo. Ma questo effetto – leggero come detto – è stato registrato soltanto in persone che solitamente si trovavano in difficoltà a risultare innovative. E anche nel loro caso l’effetto non era poi molto significativo.

In direzione addirittura contraria vanno altre ricerche. Come quella che voleva testare gli effetti della cannabis su tre gruppi di partecipanti, a uno dei quali i ricercatori avevano somministrato (il principio attivo della marijuana). Al secondo gruppo ne era stata somministrata una quantità più bassa e al terzo un placebo. Naturalmente nessuno dei partecipanti era al corrente del gruppo in cui si trovava.

Infine anche in questa circostanza i ricercatori hanno effettuato dei test per misurare la creatività. I risultati hanno mostrato che a essere più creativi erano i partecipanti che avevano assunto il placebo o un basso quantitativo di THC. Chi invece aveva ricevuto una quantità più alta di THC si era dimostrato molto meno creativo.

Allo stato attuale dunque che fumare marijuana renda più creativi resta appunto un mito. Prove scientifiche in tale senso non ce ne sono. Anzi, semmai vanno in direzione esattamente opposta.

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