Secondo le previsioni di Raymond Kurzweil a partire dal 2030 il progresso sconfiggerà la malattia e la morte permettendoci di vivere per sempre. Come Highlander immortali.
È imminente una rivoluzione genetica, nanotecnologia e robotica che ci consentirà di realizzare il sogno dell’eterna giovinezza. Nel frattempo qualcuno si sta già portando avanti cercando di invertire il processo di invecchiamento.
«Aumentano gli anni e diminuiscono le probabilità di diventare immortali». Chissà come avrebbe commentato uno spirito sarcastico come quello di Ennio Flaiano le “profezie” di Raymond Kurzweil, il futurologo “guru” del movimento transumanista. Stando ai suoi ultimi vaticini si avvicina infatti l’era in cui la vita umana non avrà più limiti. A partire dal 2030, secondo Kurzweil, genetica, nanotecnologia e robotica scriveranno la parola fine su realtà “antiquate” come l’invecchiamento e la malattia. Permettendoci di non morire mai.
«Morire e far morire è un’antica usanza che suole aver la gente», cantava Gaber in una delle sue bellissime canzoni. Ma insomma, il progresso delle usanze tradizionali non sa proprio che farsene. O almeno ne è sicuro Kurzweil, secondo il quale tra sette anni l’uomo sarà capace di sconfiggere malattie e vecchiaia. Perfino di “guarirci” da quella malattia per i transumanisti è la morte.
Tutti immortali nell’era della Singolarità che si avvicina
Proiettarci verso l’immortalità. Questo promette la religione della scienza. Un’ipotesi che secondo le previsioni del futurologo Kurzweil presto diventerà realtà. La sconfitta della morte sarà il segno della nuova era che i transumanisti chiamano della “Singolarità”. In futurologia la Singolarità coincide col momento in cui il progresso tecnoscientifico accelererà in maniera tale da rivoluzionare da cima a fondo la nostra realtà. Spazzando via «antiche usanze» come quelle di morire. E poco importa se il mondo rischia la catastrofe ecologica o quella atomica. Ma probabilmente anche per questi problemucci la nuova era dei profeti high tech avrà già qualche soluzione a portata di mano.
In attesa di saperlo, comunque sia, le previsioni di Kurzweil trovano spazio in un articolo apparso su Focus. Non che sia una novità: da anni il futurologo – che non è uno qualunque ma l’uomo che ha fondato e finanziato Google, dove ancora oggi dirige l’engineering – ha elencato le sue profezie in libro dal titolo “La Singolarità è vicina”.
Il giornalista Mark O’Connell, autore del libro “Essere una macchina”, definisce «una visione quasi psichedelica dell’abbondanza tecnologica» la Singolarità di tecno-millenaristi come Kurzweil. Adesso è arrivata anche la data della nuova era a lungo profetizzata. Si trova proprio nell’articolo di “Focus” dove Kurzweil indica il momento di inizio della Singolarità. Sarà allora che saremo capaci di dare vita a esseri artificiali “indipendenti” (roba da far invidia al Dottor Frankenstein) e la tecnologia si unirà con l’intelligenza umana.
“Invertire” l’invecchiamento grazie alla nanotecnologia
Sarà solo la prima di una serie di rivoluzioni in ogni campo: dalla genetica alla robotica, passando per la nanotecnologia. L’ingegneria genetica permetterà di mantenere il nostro corpo in vita per un tempo indefinito. Così almeno promette Kurzweil. Secondo il quale a invertire il processo di invecchiamento e a curare tutte le malattie penserà la nanotecnologia. Come del resto sta cercando di fare il miliardario americano Bryan Johnson, 45 anni, disposto a investire la bellezza di 2 milioni di dollari all’anno in un progetto di bio-hacking capace, afferma, di riportarlo all’età biologica di 18 anni.
Quella nanotecnologia è una delle rivoluzioni principali dell’era della Singolarità. Uno scenario futuristico che non manca di aspetti inquietanti, per non dire terrificanti. A cominciare dal mito dell’eterna giovinezza, il sogno di una immortalità dove si chiede alla scienza – un’opera umana – di mantenere le promesse dell’eternità.
Ecco quando diventeremo tutti immortali
Nell’era della Singolarità, spiega Kurzweil, avremo a che fare con macchine dall’intelligenza superiore. La rivoluzione robotica permetterà all’umanità di creare macchine anche più intelligenti degli uomini. E per vedere all’opera tutto questo non dovremo attendere molto, assicura l’inventore. Secondo Kurzweil, infatti, «entro il 2030 saremo in grado di aumentare l’aspettativa di vita di oltre un anno ogni anno». Questa data non segnerà però ancora l’inizio dell’era della Singolarità tecnologica vera e propria, quando saremo in grado di creare esseri artificiali “indipendenti”.
Se la cosa comincia a preoccuparvi, ricordate che per i transumanisti anche l’uomo tutto sommato è una macchina. Per Marvin Minsky, il professore del MIT (dove ha studiato anche Kurzweil) pioniere dell’intelligenza artificiale, il cervello umano è soltanto una «macchina di carne». Comunque sia la Singolarità non tarderà a venire, perché secondo la “profezia” del futurologo la data designata per la produzione di esseri artificiali autonomi è il 2045.
Come il progresso vuole superare i limiti del corpo umano
In questa nuova era iper-tecnologica i limiti del corpo umano verranno superati grazie al prevalere dell’intelligenza non-biologica. Tutto cambierà: dal nostro modo di imparare a quello di lavorare. Giocheremo anche in maniera del tutto differente.
Potremo mangiare senza ingrassare perché i nanorobot ce lo permetteranno. Non ci mancherà energia, riusciremo a sconfiggere malattie e infezioni. Potremo sostituire i nostri organi e potenzieremo il nostro cervello.
Kurzweil: le “profezie” che si sono avverate
Ma è un “profeta” attendibile questo Kurzweil? Per Focus, malgrado qualche granchio. il futurologo ha alle spalle un curriculum invidiabile come anticipatore dei tempi. Nel 1990 avrebbe previsto – azzeccandoci – che entro il 2000 un computer avrebbe sconfitto un campione di scacchi (umano), così come aveva previsto la nascita di computer e telefoni portatili, oltre all’avvento della tecnologia wireless. E aveva anche profetizzato il boom di internet prima di tutti.
Lui stesso ha automonitorato le sue previsioni, facendoci sapere di averci beccato interamente in 115 volte su 147. In altre 12 occasioni invece ci avrebbe preso solo in parte e solo in 3 avrebbe proprio sbagliato del tutto a prevedere il futuro. Insomma, anche lui è umano in fondo. Anche se, tiene a puntualizzare, una delle previsioni errate riguardava le auto a guida autonoma, che aveva dato per certe nel 2009.
Dunque non ci resta che aspettare. Del resto, se ha ragione lui, di tempo davanti a noi dovremmo averne parecchio.