Caffè: i rischi sono più seri di quanto credi, specie se soffri di queste 11 patologie

Chi soffre di determinate patologie non dovrebbe bere caffè o dovrebbe ridurne l’uso. I rischi sono decisamente seri.

Il caffè è una delle bevande più consumate in Italia. Si stima che mediamente, al giorno, vengano consumate 9,3 milioni di tazzine di caffè, in Italia, per un giro d’affari di circa 20 miliardi di euro. Anche se, l’Italia non è il paese europeo leader per consumo.

Ragazza con tazza di caffè
Nurse news – Caffè, i rischi

A quanto pare, i più accaniti consumatori si trovano in Finlandia, seguiti dagli abitanti della Danimarca e dell’Olanda. Mentre a livello mondiale, al primo posto troviamo gli Stati Uniti d’America, con 400 milioni di tazze di caffè al giorno.

Tuttavia, sebbene il caffè rappresenti la bevanda nazionale e internazionale tra le più amate, ci sono degli specifici casi clinici in cui è disposto il divieto al consumo.

Dopotutto, il caffè è famoso non solo per il suo aroma e per il suo gusto intenso, ma anche per la presenza di caffeina. Si tratta di una sostanza eccitante che, in concomitanza di determinate patologia, può aumentare i rischi di danni alla salute.

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Caffè: un nemico per l’apparato cardiocircolatorio

La presenza di caffeina all’interno del caffè rende questa bevanda controindicata per coloro che hanno patologie legate all’apparato cardiocircolatorio. Dopotutto, la caffeina ha un effetto eccitante sul corpo, tanto da generare una vera e propria dipendenza.

Basti pensare che, in base ad alcuni recenti studi, è stato scoperto che la dipendenza da caffeina può addirittura generare malessere (es. mal di testa) che passa con l’assunzione di caffè.

Nonostante ciò, è opportuno specificare che bere caffè non fa male nei soggetti sani. Di fatto, il consumo di caffeina non determina la comparsa di alcuna patologia. O almeno, per il momento, non è stato dimostrato nulla in merito.

Al contrario, il problema si verifica quando il soggetto ha già delle patologie, soprattutto se riguardano l’apparato cardiocircolatorio.

Quando evitare la caffeina

Il caffè ha caratteristiche che lo rendono una bevanda benefica, ma in alcuni casi può essere controindicata.

Il consumo di caffè tradizionale deve essere limitato a 200-250 mg al giorno. In ogni caso, si consiglia di evitare di bere la bevanda non decaffeinato in presenza dei seguenti disturbi:

  • Ulcera peptica
  • Dispepsia
  • Gastriti ipersecretive
  • Malattia da reflusso
  • Ipercolesterolemia
  • Cardiopatia ischemica
  • Ipertensione arteriosa
  • Aritmie cardiache
  • Abuso di alcol
  • Gravidanza (non più di due tazzina al giorno)
  • Mastopatia fibrocistica.

Effetti collaterali e benefici

I soggetti sani che non hanno alcun tipo di patologia dovrebbero comunque consumare moderatamente il caffè o in genere le bevande che contengono caffeina. Di fatto, superare il dosaggio giornaliero (2-3 tazzine) può determinare la comparsa di alcuni sintomi come palpitazioni e disturbi del ritmo cardiaco. Ma un’eccessiva dose di caffeina comporta anche tremori, disturbi del sonno, acidità di stomaco e iperacidità.

Anche se, numerosi studi hanno dimostrato che di per sé la caffeina non è dannosa, ma lo è il sovradosaggio. Pertanto consumare caffè in maniera moderata può addirittura essere benefico. Di fatto, la bevanda è in grado di stimolare il sistema nervoso centrale diminuendo la sensazione di sonno e di stanchezza. La presenza di caffeina produce un effetto tonicizzante e stimolante, che migliora le capacità mnemoniche e facilita il ragionamento. Inoltre, il caffè è in grado di avere un effetto positivo anche sulle attività digestive, perché stimola la secrezione gastrica e biliare.

Senza dimenticare che, trattandosi di un prodotto di origine naturale, al suo interno sono contenuti degli antiossidanti e antinfiammatori.

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