La nuova pace fiscale introdotta con la definizione agevolata, ha delle scadenze precise che tutti i cittadini sono tenuti a rispettare. Vediamo nel dettaglio cosa segnare in rosso sul calendario.
Con la nuova rottamazione quater, varata dall’esecutivo guidato da Giorgia Meloni nella legge di bilancio 2023, ai cittadini è stata concessa la possibilità di poter aderire ad una nuova pace fiscale attraverso la definizione agevolata. Si tratta di una misura che consente a tutti i contribuenti interessati, di poter saldare la loro pendenza con il fisco, anche nel caso vi sia ancora un processo tributario in corso, senza dover corrispondere all’ente erariale interessi e sanzioni sulla cifra dovuta.
Una vera e propria pace fiscale di cui naturalmente stanno approfittando tantissime contribuenti. La definizione agevolata riguarda però soltanto le cartelle esattoriali comprese nel periodo temporale che va dal 1 Gennaio 2000 al 30 Giugno 2022. Inoltre, questa nuova rottamazione prevede anche la possibilità di uno stralcio totale delle cartelle sotto i mille euro. Chiunque aderisce alla definizione agevolata, dopo aver compilato il prospetto informativo, potrà anche scegliere se pagare quanto dovuto allo stato in un’unica soluzione, oppure attraverso uno specifico sistema di rate, fino ad un massimo di 5 anni di dilazione per il pagamento dell’importo.
Marzo è un mese particolarmente caldo in tal senso, perchè si avvicinano sempre di più le scadenze che i cittadini sono tenuti a rispettare per poter usufruire di questa nuova pace fiscale.
Pace fiscale 2023, le scadenze per chi aderisce alla definizione agevolata
La prima cosa da sapere è che la domanda di adesione, per poter entrare nella definizione agevolata, scade il 30 Aprile del 2022. Ci sono però, dopo questa data, anche delle altre scadenza molto importanti da rispettare
- Entro il 30 Aprile del 2023 va anche indicato, con una dichiarazione apposita del contribuente all’Agenzia delle Entrate, il numero massimo di rate con cui si vuole saldare il dovuto con il fisco
- Se si sceglie un piano rateizzato per il pagamento, entro il 31 Luglio del 2023 si dovrà necessariamente versare la prima rata, con il 10 per cento della somma dovuta
- La seconda rata andrà invece saldata entro il 30 Novembre del 2023, e sarà pari sempre al 10 per cento della somma dovuta
- La terza e la quarta rata andranno invece corrisposte rispettivamente entro il 28 Febbraio del 2024 il 31 Maggio del 2024
- L’ultima rata a quel punto andrà saldata entro il 30 Novembre del 2024
Le scadenze per chi ha aderito alla definizione agevolata o il processo tributario ancora in corso
Ci sono poi tutte le scadenze che riguardano chi ha aderito alla definizione agevolata, avendo ancora in corso un processo tributario con il fisco. In questo caso, la procedura di adesione varia a seconda del grado di giudizio in cui è coinvolto il contribuente in questa controversia. Per tutti i contribuenti che hanno aderito alla definizione agevolata con una pendenza in corso, le date da rispettare sono le seguenti:
- 1 Aprile del 2023 va versata la prima rata se l’importo è superiore a mille euro (Altrimenti avviene lo stralcio della cartella)
- Entro il 30 Giugno del 2023 va presentata l’istanza della definizione agevolata, e in questo si può anche versare la prima rata o l’intera soluzione
- Vengono poi sospesi, per chi entra nella definizione agevolata tutti i termini di impugnazione giuridica che scadono entro il 31 Luglio del 2023
- Lo stato italiano si riserva inoltre, entro la data del 31 Luglio 2024 il termine massimo entro cui si può notificare al contribuente il rifiuto della domanda di definizione agevolata, e una sua eventuale comparizione presso l’organo giurisdizionale dove pende la controversia legale.
Pace fiscale, le date da rispettare per chi inviare comunicazione su errori formali
Ci sono poi tutte le scadenze che riguardano la correzione di possibili errori formali, un’opzione compresa in questa nuova pace fiscale. Il cittadino ha infatti la possibilità di sanare anche tutta una serie di infrazione e regolarità che possono riguardare la dichiarazione dei redditi, errori commessi sul calcolo dell’Iva e dell’Irap, e su addizionali e imposte sostitutive e crediti d’imposta.
A patto però che questi errori, per rientrare nella definizione agevolata, siano stati commessi entro il 31 Ottobre del 2022. In questo caso, il contribuente ha la possibilità di regolarizzare la sua posizione inviando una comunicazione in cui rimuove gli errori e omissioni. E al contempo, pagando una cifra pari a 200 euro, da indicare nel modello F24 per ogni periodo di imposta in cui è stata segnalata un’irregolarità. In questo caso, il versamento va effettuato entro il 31 Marzo 2023, mentre il secondo entro il 31 Marzo 2024.
Le scadenze per chi ha scelto il ravvedimento speciale
La definizione agevolata consente anche ai cittadini di accedere al ravvedimento speciale per le violazioni tributarie. C’è dunque anche la possibilità di regolarizzare la propria posizione con il fisco per tutte le dichiarazioni relativi a periodi d’imposta compresi entro il 31 Dicembre 2023. È però necessario in questo caso che le violazioni a cui si fa riferimento, non siano già state contestate al momento della data del primo versamento con il fisco per sanare questa situazione.
Chi ha optato per il ravvedimento speciale, dovrà invece fare attenzione alla scadenza del 31 Marzo del 2023 è il termine ultimo per il pagamento della prima rata, e dell’unica, nel caso si sia scelto di saldare il debito con l’Agenzia delle Entrate in un’unica soluzione