Una notizia che in qualche modo non trova grandissime reazioni di sorpresa nell’opinione pubblica, per un motivo molto semplice.
Ci sono alcuni paesi che passano alla storia per situazioni spesso particolari. Pensiamoci, per cosa si può passare alla storia, negli anni? Un evento particolare che capita proprio su quel territorio, magari. Oppure un personaggio nativo di quel determinato paese che si distingue per specifici motivi, o magari per qualcosa che nessuno avrebbe mai e poi mai considerato. Una etichetta davvero niente male a pensarci bene. Il paese più felice del mondo, di quale nazione parliamo?
Si diceva, insomma, di come un paese possa o meno passare alla storia, quali qualità mettere in campo, fatalità, magari, situazioni di rilevo storico e quant’altro. Ci sono poi altre situazioni che, cosi come anticipato, nemmeno si immaginano. In questo caso parliamo di specifiche classifiche che in qualche modo ci raccontano cose di alcuni paesi che nemmeno, forse, conosciamo del tutto.
Protagonista, in questo specifico caso è la Finlandia. Perché questo paese oggi è tanto famoso? Per quale motivo spicca in una speciale classifica di livello mondiale? Molto semplice. La Finlandia, per la sesta volta nella sua storia è infatti stata incoronata come il paese più felice del mondo. Ben sei incoronazioni, insomma, non parliamo di un dato di poco conto, anzi, davvero tutt’altro.
A ricordarcelo è il Rapporto sulla felicità nel mondo, che vede al primo posto proprio la Finlandia seguita da Danimarca e Islanda. Il momento che sancisce di fatto l’assegnazione del titolo in questione è la Giornata Internazionale della felicità appena trascorsa. Due posizioni perse per l’Italia che dal 31esimo posto passa al 33esimo posto, tra la Spagna e il Kosovo.
Tra gli elementi analizzati, per arrivare all’elaborazione della speciale classifica troviamo quelli suggeriti dalla stessa organizzazione, per intenderci: “l’aspettativa di vita in buona salute, il Pil pro capite, il sostegno sociale, un basso livello di corruzione, la generosità della comunità in cui le persone si prendono cura l’un l’altro e la libertà di prendere decisioni chiave nella propria vita”.
Il concetto di promuovere la felicità, con politiche pubbliche e quant’altro, nasce proprio dalla pubblicazione del primo rapporto in merito alla possibilità di definire “felice” un paese. Siamo nel 2012. Oggi questa specifica caratteristica, questo particolare elemento risulta in qualche modo come una sorta di verità reale, più che mai acquisita. Oggi insomma si discute seriamente della cosa.
In genere si tende a misurare la felicità con il grado di soddisfazione dei cittadini di un determinato paese rispetto alla considerazione riguardante il posto che vivono. Pensiamo alla conclusione alla quale si potrebbe giungere immaginando in qualche modo tale condizione solo ed esclusivamente nei paesi dell’Europa del Nord. Considerazione che non sarebbe del tutto errata, in ogni caso.
Nella top 10 della speciale classifica, oggi possiamo trovare Israele, i Paesi Bassi al quinto, la Svizzera all’ottavo, il Lussemburgo al nono e la Nuova Zelanda al decimo. Nella top 20 entrano Australia (12), Canada (13), Irlanda (14), Stati Uniti (15) e Regno Unito (19). Esce dalla top 20 la Francia, quest’anno 21esima, mentre vi entra la Lituania, dal 52esimo posto del 2017 al 20esimo di quest’anno. Il Paese più infelice al mondo, trafitto dalla guerra, controllato dai talebani, risulta essere l’Afghanistan, che chiude la classifica dei 137 Paesi analizzati.
Nella classifica di quest’anno, la Russia è al 70esimo posto e l’Ucraina al 92esimo. Lo stesso elaborato, se cosi possiamo chiamarlo, chiaramente tiene anche conto della reazione di specifiche popolazioni a particolari situazioni, pensiamo per esempio alla guerra, al covid e quant’altro. Un ragionamento, una riflessione che tiene più che mai viva la lettura della situazione corrente nel mondo, una lettura concreta e reale.
Il Rapporto, inoltre, sempre utile e più che mai necessario per avere una piena idea di ciò che ci circonda in un preciso momento, è sostenuto da: Fondazione Ernesto Illy, illycaffè, Davines Group, Wall’s (il maggiore marchio di gelati di Unilever), The Blue Chip Foundation, The William, Jeff and Jennifer Gross Family Foundation, The Happier Way Foundation e The Regeneration Society Foundation.
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