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Lavoro

Come chiedere un aumento al capo: 6 imperdibili consigli per non fallire

Published by
Emiliano Fumaneri

Presentarsi dal capo per chiedere un aumento può sembrare una follia in questo momento. Ma per gli esperti la cosa è meno scontata di quel che sembra.

Prendersi un rischio calcolato può invece essere la mossa vincente per dare respiro alla propria busta paga. A patto di muoversi in una certa maniera, vediamo come.

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Chiedere un aumento. Per alcuni – sempre di più in realtà – questa espressione ha un suono misterioso. Avete presente i miraggi nel deserto? Ecco, parlare di aumento adesso può sembrare né più né meno che mettersi a rincorrere sogni o bizzarre visioni. Uno sforzo inutile. Non fosse altro perché sono inesistenti.

Tanto più in un momento come questo, dove l’economia europea (ma anche quella americana) fatica a riprendersi dopo due mazzate come la pandemia prima, la guerra in Ucraina poi. Due crisi una dietro l’altra che hanno sconvolto tutti i prezzi e i mercati, dalla benzina al grano.

Ma mentre il mercato del lavoro annaspa, alcuni dipendenti – che si vedono assegnare magari più responsabilità e mansioni dal datore di lavoro – si domandano (legittimamente): “Posso chiedere un aumento?”. Insomma, l’inflazione morde e chiedere un aumento per far fronte al costo crescente della vita non appare poi una pretesa eccessiva.

I 6 consigli per chiedere un aumento

Chiedere un aumento può far venire non poca ansia e evocare scenari fantozziani che vedono l’imbarazzatissimo dipendente contorcersi fino a umiliarsi. E tutto solo per chiedere un ritocco in busta paga davanti alla mole sempre maggiore di lavoro che si accumula senza sosta sulla sua scrivania.

Per evitare figuracce che si concluderebbero con una inevitabile disfatta, gli esperti consigliano di stare attenti a 6 aspetti che potrebbero rivelarsi decisivi per ottenere l’agognato aumento. Vediamo quali sono.

1. Fai una ricerca per capire il tuo valore di mercato

Fare ricerche per capire quali siano le tendenze salariali, le remunerazioni legate alla tua posizione professionale. Navigando in internet si possono trovare queste informazioni. È il consiglio dato a Usa Today da Paul McDonald, direttore esecutivo senior presso Robert Half, una società che si occupa di consulenze per la ricerca di personale. Capire quale sia il nostro valore sul mercato oggi è fondamentale prima di chiedere un aumento.

Fare una ricerca come questa aiuta anche a capire com’è la situazione dell’occupazione per un lavoro con le tue competenze specifiche. Una premessa indispensabile per andare a parlare d’affari col proprio datore di lavoro.

2. Non improvvisare: fai una “simulazione” della conversazione

La pratica rende perfetti. O se non rende perfetti, di sicuro aiuta a migliorare. Quando ti presenti alla riunione col capo per chiedergli un aumento non puoi improvvisare. Meglio fare qualche prova. “Fai una prova con qualcuno di tua fiducia da un punto di vista professionale”, consiglia McDonald. Un mentore, un collega al di fuori dell’azienda. Insomma, uno sguardo esterno e competente. Qualcuno in grado di darti un feedback affidabile e che sappia anche fornire consigli pratici su come impostare una conversazione così delicata.

3. Non avere timore di riconoscere le tue paure

Non aver paura di avere paura. Per parafrasare Bernanos, il coraggio è una paura superata. Bisogna entrare nell’ottica delle idee che non sei il solo ad avere paura. “La maggior parte delle persone ha timore di una conversazione come questa, dal dipendente al datore di lavoro”, spiega McDonald. Ma il fatto che chiedere un aumento possa generare una conversazione imbarazzante non la rende meno necessaria o giustificata. E non solo: non sei l’unico a sentirsi imbarazzato e timoroso. Farsi coraggio in questo braccio di forza può rivelarsi la mossa vincente.

4. Inizia tu la conversazione

Mai come in questo caso l’attacco è la miglior difesa. Meglio prendere l’iniziativa chiedendo un incontro col capo. E dopo essersi seduti al tavolo iniziare  a toccare l’argomento: “Mi è venuta in mente una cosa: mi stavo giusto chiedendo se… “.

5. Usa la diplomazia

Andare all’attacco non significa però fare il kamikaze. L’intraprendenza va dosata con una buona dose di prudenza. Prendersi un rischio ma sempre in maniera calcolata. Per questo, sottolinea sempre McDonald, “il tono della conversazione è molto importante”. Mai presentarsi in maniera aggressiva a chiedere un aumento. Come in qualunque trattativa dove l’esito non è per nulla scontato, del resto. Si tratta di un negoziato dove la diplomazia e il tatto sono d’obbligo. Perché chi hai davanti ha pur sempre in mano l’arma del licenziamento.

Ad esempio minacciare di andarsene non è consigliabile, a meno che tu non sia già disposto a fare questo passo. Meglio tenere a mente due famosi aforismi: “Non bisogna mai minacciare le dimissioni in Italia, perché qualcuno potrebbe accettarle” e “I cimiteri sono pieni di indispensabili”. La tua ditta potrebbe essere indotta a credere che tu abbia già messo un piede fuori dalla porta. E magari accompagnarti direttamente all’uscio.

Avendo fatto già le tue ricerche (punto 1) saprai bene in che acque naviga la tua azienda sul piano economico. E ad ogni modo saprai che la congiuntura – leggi: spettro della recessione – sconsiglia comunque di presentarsi ad armi spianate. Il consiglio dunque è di agire in maniera diplomatica facendo leva sui punti di forza che potrebbero giustificare un aumento salariale. Per stare sul pratico: se dalle tue ricerche è emerso che la tua figura professionale è molto richiesta potrai farti forza per negoziare da una posizione contrattuale più salda.

6. Accendi un faro sul tuo lavoro

Se il tuo capo deve supervisionare tanti dipendenti, non è da escludere che si sia scordato i successi che hai ottenuto nel tuo lavoro. Non farti problemi dunque a ribadire e sottolineare tu stesso i meriti acquisiti. Accendere un faro sulla tua performance aiuta a dare risalto al tuo ruolo all’interno dell’azienda.Metti in luce quanto hai fatto per aggiungere valore all’organizzazione”, suggerisce McDonald. “Quantifica quel valore… e non soltanto nello svolgere a pieno i tuoi compiti, come ci si attende da te, ma anche le cose extra che hai fatto”.

Quando si è consapevoli del proprio valore sul mercato non è mai un brutto momento per chiedere un aumento, fa osservare l’esperto. Abbiamo comunque diritto, se ci rendiamo che il nostro stipendio non è in linea col valore di mercato, ad avere una conversazione onesta, franca e aperta col nostro datore di lavoro. Tanto più se l’aumento ci era stato promesso.

La cosa importante, oltre alla diplomazia, è l’onestà. Inutile voler fare i “furbi” chiedendo aumenti sproporzionati. Anche perché è molto probabile che pure il tuo datore di lavoro abbia fatto ricerche. E potrebbe reagire male vedendosi chiedere un aumento del 20% quando è il 10% a essere più vicino al valore di mercato. Non bluffare: non stai giocando a poker. Meglio dunque essere realisti. Realismo che in questo caso fa rima con saggezza.

In conclusione, meglio puntare su fatti esterni (valore di mercato della tua posizione professionale) e interni (il valore del tuo ruolo nell’azienda). Dosando il tutto con diplomazia e franchezza ci sono buone chance di portare a casa il meritato aumento.

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