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Economia

Come mettere al sicuro i nostri risparmi e farli fruttare senza tenerli sul conto: la soluzione è a portata di mano

Published by
Emiliano Fumaneri

C’è modo di abbinare sicurezza e interessi per i nostri risparmi al di fuori del classico conto corrente in banca? Ecco alcune possibili soluzioni.

Il fallimento di istituti di credito che parevano proiettati verso il futuro come la Silicon Valley Bank inquieta i risparmiatori. Che si chiedono se c’è un modo per mettere al sicuro i loro soldi e farli anche fruttare senza per forza tenerli sul conto corrente bancario.

Nursenews

Il clamoroso crack della Silicon Valley Bank, la banca che finanziava il settore delle nuove tecnologie, ha gettato una luce sinistra sul mondo della finanza. Riportando a galla fantasmi che molti credevano – illudendosi – confinati nel passato. Un passato non troppo lontano, però. Anzi dietro l’angolo come quello dello scorso decennio, quando diverse banche crollarono sotto i colpi di due crisi: quella dei mutui subprime prima, del debito sovrano dopo.

Nulla di più naturale dunque che in questi giorni che hanno visto l’alternarsi di notizie sempre più allarmanti i pensieri di tanti risparmiatori siano andati ai soldi depositati in banca. Col terrore che i classici forzieri possano alla fine rivelarsi dei… colabrodo. Inutile negarlo, il solo pensiero di veder andare in fumo i propri risparmi fa tremar le vene e i polsi.

Dunque come stanno davvero le cose? C’è da preoccuparsi? In teoria, se diamo ascolto alla presidente della Bce Christine Lagarde, verrebbe da dire di no. Lagarde ha rassicurato i risparmiatori sulle condizioni finanziarie e patrimoniali delle banche europee, comprese quelle italiane. Ha anche assicurato che il crollo della Silicon Valley Bank non innescherà un effetto domino capace di contagiare il sistema bancario del vecchio continente. Le banche europee, ha detto Lagarde, sono ben capitalizzate e preparate ad affrontare eventi avversi di questo genere.

Non tutti però potrebbero sentirsi appagati dalle rassicurazioni di Francoforte. Restano perciò dubbi, perplessità e interrogativi in gran quantità? Come ad esempio il quesito dei quesiti: dove potremmo mettere al sicuro il nostro denaro e farlo fruttare (leggi: interessi) senza per forza tenerli su un conto corrente bancario?

Depositi bancari, che tutele esistono

Non che manchino comunque le tutele sui depositi di banca. Sono due infatti i sistemi di garanzia sui depositi bancari previsti dall’ordinamento. Ecco quali sono:

  • Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD)
  • Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo (FGDCC)

Al primo fondo (FITD) devono obbligatoriamente aderire tutte le banche italiane. Invece al secondo fondo (FGDCC) devono partecipare tutti gli istituti di credito cooperativo. Al FITD devono aderire anche le succursali di istituti extracomunitari che operano in territorio italiano, a meno che non abbiano già aderito a un meccanismo di garanzia estero analogo.

Il primo obiettivo del consorzio? È presto detto: garantire i depositanti – cioè i risparmiatori – delle banche che hanno aderito. A questo serve la soglia di tutela che si applica fino ai 100 mila euro per ogni depositante e per la singola banca.

Risparmi, come abbinare sicurezza e rendimento

Per tornare alla domanda iniziale: dove possiamo mettere al sicuro i nostri soldi invece di tenerli sul conto in banca in modo che fruttino anche interessi?

Il buon senso – e pure i manualoni di finanza una volta tanto – consiglia di non concentrare tutti i risparmi su una sola barca. Le acque del mare della finanza infatti sono spesso agitate. Meglio dunque non fare troppo affidamento su un solo barcone. Il rischio di vederlo colare a picco con tutti i nostri soldi non si può mai escludere al 100%. Tradotto: meglio diversificare per limitare al massimo i rischi (e i danni) potenziali.

Per farlo non mancano soluzioni e opportunità sul mercato. Sempre ricordando che la scelta va fatta sulla base del tempo dell’investimento, degli obiettivi e dei profili di rischio. Tra le molte e varie alternative c’è chi, per esempio, investe il proprio denaro su prodotti che possono godere delle garanzie statali. Prodotti che si possono dividere in due grandi categorie: da un lato i prodotti del risparmio postali, dall’altro i titoli dello Stato.

Investire in buoni e libretti delle Poste

Buoni e libretti postali sono prodotti senza costi d’acquisto, di gestione e rimborso finale, a parte gli oneri fiscali. In particolare i buoni postali rappresentano un ottimo investimento a medio-lungo termine a rischio molto basso. In più danno la possibilità di chiedere di vedersi rimborsare il capitale in ogni momento, purché all’interno dei termini di prescrizione. Invece il libretto funziona come una sorta di salvadanaio di risparmio e rende possibile vincolare il denaro per pochi mesi e realizzare un guadagno sugli interessi.

Investire nei titoli di Stato

C’è la garanzia statale anche sui bond emessi dal Ministero dell’Economia e della finanze (Mef) che attualmente fanno registrare rendimenti molto interessanti. I loro prezzi oscillano però, durante il periodo di maturazione, sulla base degli andamenti dei mercati. Va perciò fatta attenzione relativamente a questo aspetto. Venderli in anticipo potrebbe generare infatti una perdita o un guadagno in conto capitale. Per esprimersi in termini piuttosto generici, più aumenta la loro durata residua più si fa alto il rischio.

Questo vuol dire che non ci sono rischi? Ahinoi, il rischio zero non si verifica praticamente mai. Nemmeno il denaro contante è esente da rischi. Una soluzione accettabile, in questo senso, può consistere nel bilanciare diversi elementi. In primo luogo valutare bene se l’intermediario è solido o meno sul piano finanziario. In secondo luogo l’imperativo dovrebbe essere quello di diversificare sempre. Infine mai mettersi sulla scia di prodotti di investimento di cui non sappiamo nulla e di cui non capiamo a fondo le dinamiche.

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