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Tecnologia

Panda elettrica a prezzo low cost, buone notizie per gli affezionati: Stellantis ci pensa

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Emiliano Fumaneri

Sul mercato presto potrebbe esordire una versione tutta elettrica della storica Panda. Stellantis sembra pensarci seriamente.

Ma in Italia la via per la transizione verso la mobilità a zero emissioni appare tutta in salita. Non mancano infatti polemiche e dubbi anche ai piani alti delle istituzioni.

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Motori endotermici: il conto alla rovescia è già scattato. Per i motori tradizionali la deadline si avvicina ogni giorno che passa. In Italia e, in generale, per tutto il vecchio continente. Dopo l’addio deciso da Bruxelles gradualmente le auto a benzina e diesel scivoleranno fuori dai programmi delle case automobilistiche.

Un’uscita di scena lenta ma inesorabile da qui al 2035. Per allora infatti è previsto lo stop alle immatricolazioni delle auto a carburante. È l’obiettivo fissato dall’accordo raggiunto in plenaria al Parlamento Europeo che ha dato un chiaro indirizzo alla mobilità del futuro. Spingendo l’industria dell’auto a puntare su alimentazioni alternative. Come l’elettrico.

Da qui la necessità, da parte delle aziende, di riorganizzarsi mettendo in campo nuove versioni decisamente “elettrizzanti” – o, per meglio dire, elettrizzate – dei modelli che hanno segnato la storia dei rispettivi marchi automobilistici.

Panda elettrica? Presto potrebbe arrivare

Nella Penisola il parco auto presente attualmente ancora vede circolare pochi mezzi elettrici. Pochi almeno rispetto a quanto si augura il Governo – e soprattutto l’Unione europea – da adesso fino alla fatidica data del 2035. I vertici delle istituzioni europee sono ancora piuttosto insoddisfatti per gli scarni numeri delle auto elettriche in circolazione. Perciò i piani alti di Bruxelles spingono ancor più i grandi brand sollecitandoli a puntare con più decisione verso una svolta sul piano della mobilità elettrica.

Molte case automobilistiche hanno lanciato da tempo veicoli elettrici, sia ibridi che full electric. Diversi altri marchi premono l’acceleratore sui progetti e mettono assieme un piano chiaro per riorganizzare in un prossimo futuro le gamme dei loro modelli.

In prima linea c’è anche Stellantis, il gruppo che al suo interno comprende storici brand quali Fiat, Citroen, Opel e Peugeot. La multinazionale nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e PSA punta con sempre maggiore convinzione sull’elettrico. Una strategia ben definita che si riflette del resto nelle parole del Ceo di Stellantis, Carlos Tavares. Parole suggestive, in questo caso, perché ci sarebbe in ballo una versione elettrica di uno dei grandi classici del Lingotto. Siamo ancora alle voci, ma resta il fatto che da anni si discute di una possibile Panda elettrica in arrivo.

Inutile dire che si tratta di un’automobile che ha venduto tanto nelle sue vecchie versioni. Da qui l’idea di mettere in commercio anche una versione elettrica della leggendaria Panda.

Stellantis e l’elettrico: l’annuncio di Tavares

Proprio di recente Tavares ha annunciato che il gruppo Stellantis amplierà la propria gamma di veicoli elettrici. Nel 2023 passerà dagli attuali 22 a 30 modelli. E entro la fine del 2024 salirà fino a quota 42. Un biennio che si annuncia decisivo per conquistare un posto di rilievo nel mercato, soprattutto all’interno di quella fetta di consumatori che guarda a modelli dai prezzi più accessibili. Modelli tra i quali potrebbe prenotarsi proprio la Panda.

Nel 2019 Stellantis era già sbarcata nel campo della city car elettrica con la 120 Concept. Un progetto che adesso potrebbe stuzzicare ancor più il gruppo.

Mobilità elettrica: il ministro Pichetto Fratin accende la polemica

Il problema è che se parliamo di prezzi accessibili, i costi attualmente presenti sul mercato sono ben lungi dall’avvicinarsi a questo ambizioso obiettivo. E mentre quella di Stellantis rimane un’idea ancora tutta da concretizzarsi, le auto elettriche devono fare i conti con la polemica innescata da un membro del governo italiano. Vale a dire il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che non le ha certo mandate a dire sulla questione della mobilità elettrica.

Intervistato qualche tempo fa da Radio24, Pichetto Fratin ha espresso infatti tutte le sue perplessità sulla mobilità a zero emissioni. Che in Italia, al momento, è ancora una cosa da élite, accessibile solo alle tasche più facoltose. «L’auto elettrica in questo momento è fatta solo per i ricchi» ha detto senza mezzi termini il ministro. «Nel nostro Paese il parco auto è di 40 milioni, ancora due milioni di Euro 1 ed Euro 2, e il pensiero di sostituire con l’elettrica è inimmaginabile in questo momento».

Auto elettriche: un grande punto di domanda

Parole e concetti impietosi quelli espressi dal ministro dell’Ambiente, che mettono il dito nella piaga. E che del resto fanno il paio con la mancanza di investimenti nelle infrastrutture che dovrebbero consentire di veder aumentare il parco di auto elettriche in circolazione sulle strade della Penisola. Quest’anno il governo ha messo sul piatto altri 630 milioni di euro per le auto che impattano meno sull’ambiente. Ma ancora non si capisce in che direzione – e se – l’esecutivo voglia muoversi per reperire nuove risorse. E meno ancora se abbia davvero intenzione di fare investimenti in nuove infrastrutture nei prossimi anni.

Rimane dunque un grosso punto interrogativo sulla transizione verso la mobilità elettrica. Si vedrà dunque. La cosa certa è che al momento le colonnine di ricarica a disposizione dei mezzi elettrici sono largamente insufficienti. A cominciare dal numero davvero basso di quelle disponibili sulle autostrade italiane. Un problema non da poco col quale devono fare i conti le auto elettriche, impossibilitate così a viaggiare in tranquillità per lunghi tratti di strada.

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