Ricercatori scientifici hanno scoperto la possibilità di rilevare il rischio di sviluppare ansia con un semplice esame del sangue. La cura dei disturbi dell’umore potrebbe essere ad una svolta.
La ricerca che presenteremo oggi è stata condotta da un team di scienziati della Indiana University School of Medicine.
“Ansia” è un termine usato per indicare un insieme di reazioni cognitive, fisiologiche e comportamentali che si manifestano conseguentemente alla percezioni di uno stimolo considerato minaccioso. La mente non riconosce la capacità di reagire a questo pericolo e, dunque, il corpo mette in atto meccanismi di difesa che degenerano, però, in atteggiamenti ansiosi. Fondamentalmente l’ansia non è sbagliata. È un’emozione di base che genera un senso crescente di allarme e crea una sorta di vuoto mentale. Se non gestita correttamente porta a manifestazioni di tensione, tremore, sudore, palpitazione, vertigini. Associati all’ansia, poi, l’aumento della frequenza cardiaca, la sensazione di nausea, i formicolii alle estremità degli arti e intorno alla bocca nonché la derealizzazione e depersonalizzazione.
Diagnosticare in tempo il disturbo significa poter agire preventivamente e aumentare l’efficacia del trattamento.
Come rilevare l’ansia con un test del sangue
I ricercatori dell’Indiana University School of Medicine hanno convalidato un test eseguito su biomarcatori associati al disturbo dell’umore. Tali biomarcatori sono in grado di fornire informazioni sulla gravità del disturbo stesso e su un suo eventuale trattamento.
La ricerca ha previsto la partecipazione di alcuni pazienti reclutati presso l’Indianapolis VA Medical Center. Sono stati divisi in tre gruppi. Il primo si chiamava Gruppo di scoperta dei biomarcatori ed era composto da 58 persone – 17 donne e 41 uomini – con un livello di ansia variabile tra una visita e l’altra. Grazie a questo gruppo, il team è riuscito a identificare le molecole che sembrerebbero essere collegate ai repentini cambiamenti dell’umore.
Da un gruppo all’altro, la ricerca continua
I biomarcatori in grado di rilevare l’ansia trovati nel primo gruppo sono stati testati successivamente su un secondo gruppo, il Gruppo di convalida dei biomarcatori. Si è avuta, così, una seconda convalida che ha permesso di utilizzare i migliori biomarcatori in più test volti a prevedere stati di ansia elevata fino ad arrivare all’ansia clinicamente grave. Quest’ultimo studio ha coinvolto un terzo gruppo di persone con diagnosi già confermata.
Grazie ai dati rilevati durante la ricerca, il team è riuscito a confermare 19 biomarcatori presenti nel sangue che possono essere usati per prevedere i cambiamenti umorali con slittamento verso stati ansiosi. Si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché se confermata consentirebbe di prevenire e curare i disturbi dell’umore prima della loro manifestazione.
Sapendo che è dall’ansia che nascono violenza e depressione si capisce ancora di più l’importanza della ricerca. Inoltre, venendo a conoscenza della predisposizione all’ansia si potrebbero effettuare diagnosi più corrette evitando sofferenze a milioni di persone.